Mentre l’Unione europea chiede spiegazioni al governo Meloni riguardo i dettagli dell’accordo tra Italia e Albania per affrontare l’emergenza migranti, la Germania valuta come indurire la sua politica di asilo. Infatti, martedì sera il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha concordato con i presidenti dei Länder di esaminare un progetto simile a quello italiano, cioè di attuare procedure di asilo al di fuori dell’Unione europea. Stando a quanto riportato da Welt, sono stati soprattutto gli Stati guidati dalla CDU/CSU a spingere in tal senso, con il sostegno del Presidente “verde” del Baden-Württemberg. C’erano state critiche da parte dell’SPD, perché il piano viene considerato “altamente problematico“. Ora però c’è il via libera per verificare se è possibile procedere con l’esternalizzazione delle procedure di asilo in Paesi extra-Ue, un modo anche per disincentivare a partire.
Finora, però, l’attuazione è quasi sempre fallita a causa di ostacoli legali e pratici. Basti pensare all’accordo tra Regno Unito e Ruanda. L’esternalizzazione delle procedure d’asilo a Paesi terzi potrebbe avere senso come parte di un pacchetto complessivo, ma andrebbero superati degli ostacoli. Uno è di tipo diplomatico. Ad eccezione del Ruanda, nessun Paese ha ancora accettato di svolgere queste procedure nel proprio Paese. La Tunisia, infatti, ha rifiutato categoricamente di accettare cittadini di Paesi terzi. Il Marocco non riprende neppure i propri cittadini. I Paesi dei Balcani occidentali sarebbero pronti a farsi carico delle procedure di asilo, ma i confini tra Balcani occidentali e Ue sono ritenuti troppo fluidi, quindi c’è un rischio molto elevato che coloro che non hanno prospettive di protezione lascino semplicemente i centri per richiedenti asilo nei Balcani occidentali e si rechino nell’Ue.
MIGRANTI, GERMANIA POTREBBE SEGUIRE MODELLO ITALIA
L’altro problema riguarda i vincoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle norme dell’Unione europea. Finora non è stato chiarito in tribunale se l’esternalizzazione delle procedure sia in linea con la Convenzione, se pure lo fosse, andrebbero considerati alcuni aspetti. “Come minimo, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo richiede che gli standard di alloggio siano adeguati, il che significa che i richiedenti asilo devono avere a disposizione un letto, pane e sapone nel Paese terzo“, spiega Daniel Thym, esperto di diritto d’asilo presso l’Università di Costanza, a Welt. Inoltre, si deve inoltre garantire che le persone in cerca di protezione dal Paese terzo non vengano deportate in Paesi in cui sono a rischio di persecuzione politica, guerra civile o gravi violazioni dei diritti umani.
Pertanto, la Convenzione richiede che ogni domanda di protezione in Europa sia esaminata almeno con una procedura breve. Le persone interessate devono poter ricorrere contro la decisione davanti ai tribunali europei. Ci sono poi le regole europee. Il richiedente asilo deve avere un legame con il Paese, ad esempio perché vi ha una famiglia o vi ha viaggiato. Il Ruanda va essere escluso, perché di solito non è un Paese di transito. Tutto ciò limita il margine di manovra del governo tedesco. Dunque, si guarda all’accordo tra Italia e Albania, che secondo Thym è “legalmente inoppugnabile“.
LA NUOVA STRETTA DELLA GERMANIA SUI MIGRANTI
L’accordo tra governo federale e Länder introduce nuove misure per continuare la stretta iniziata a fine ottobre, per aumentare ulteriormente i controlli sugli immigrati clandestini ed espellere più velocemente chi non ha diritto di asilo. Tra le tante misure, la Germania ha deciso il minor uso di aiuti erogati in contanti (fino a 150 euro al mese) e l’introduzione di speciali carte di credito, in particolare per i richiedenti asilo che provengono dai Paesi con un basso tasso di richieste di asilo accolte. Per il professor Panu Poutvaara, esperto di immigrazione all’Ifo Institut interpellato dal Sole 24 Ore, “questo renderà la Germania una destinazione meno attraente“, in quanto il contante facilita l’integrazione dei rifugiati che hanno diritto di asilo.
Inoltre, le procedure per i migranti che vengono da Paesi con un tasso di riconoscimento inferiore al 5% vengono velocizzate: dovranno essere completate entro tre mesi anziché sei mesi. Per quanto riguarda i controlli sui clandestini, la polizia avrà più poteri di perquisizione. La polizia tedesca ora può controllare l’intero appartamento di un rifugiato respinto, per verificare se si sta nascondendo in una camera diversa da quella assegnata. In passato, invece, la polizia non poteva entrare nelle stanze occupate da altri rifugiati, di un appartamento condiviso. Il periodo di custodia cautelare e di detenzione è stato allungato in modo significativo per rendere più facile l’espulsione.