La Corte Suprema in Germania sospende la ratifica del Recovery Fund in attesa di pronunciarsi su un ricorso urgente. L’iter di approvazione della legge di ratifica si è quindi interrotto all’indomani del via libera dal Bundestag e a quello del Bundesrat, che oggi ha approvato in via definitiva la partecipazione della Germania al programma di aiuti da 750 miliardi di euro per la lotta contro la pandemia Covid. I giudici di Karlsruhe con la loro risoluzione di fatto non autorizzano il presidente federale Frank-Walter Steinmeier a firmare la legge. Il ricorso urgente era stato presentato da Bernd Lucke, economista e fondatore dell’AfD, secondo cui alcuni Stati Ue potrebbero non essere in grado di ripagare la loro quota di debito, che così finirebbe a carico dei “creditori”.



Questa sospensione è valida fino alla pronuncia da parte della Corte Suprema tedesca sul Recovery Fund. Si tratta di un intoppo non irrilevante, visto che la Commissione Ue può cominciare a sbloccare i fondi del Recovery Fund solo dopo che tutti i Paesi membri avranno ratificato la decisione.

RECOVERY FUND, RATIFICA SOSPESA IN GERMANIA

Bernd Lucke è una delle voci critiche del Recovery Fund in Germania. Con il suo “Bündnis Bürgerwille” aveva annunciato a inizio settimana che si sarebbe rivolto alla Corte costituzionale. Oggi arriva la notizia della sospensione della Corte Suprema tedesca alla ratifica della legge sul Recovery Fund. Il timore è che la Germania abbia nuovi obblighi finanziari, quindi prima che si assuma nuovi oneri, la Corte di Karlsruhe può intervenire. Già a maggio 2020 si era espressa sul “quantitative easing”, spiegando che il governo federale e il Bundestag devono attivarsi contro il programma di acquisto di titoli nella sua forma attuale.



Una sentenza che anche in quella occasione era arrivata dopo il ricorso di Bernd Lucke. Una decisione che suscitò le reazioni negative di Bce e Corte di Giustizia Ue. Negli ultimi giorni è arrivato il via libera da Spagna, Grecia, Belgio, Lussemburgo e Lettonia, quindi sono 13 gli Stati membri che hanno completato la procedura. All’appello mancano, quindi, ancora 14 Stati membri su 27, tra cui appunto la Germania.

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