Choc nelle teste di cuoio tedesche KSK, le forze speciali dell’esercito della Germania, che subiranno un profonda revisione dopo che sono stati scoperti numerosi esponenti al loro interno dell’estrema destra radicale e ultranazionalista, sia tra i soldati semplici quanto fra gli ufficiali. Ad annunciare la rivoluzione è stata Annegret Kramp-Karrenbauer, ministro della Difesa, che ha commentato la vicenda, gravissima, dicendo che «l’unità d’élite si è parzialmente resa autonoma» dal resto dell’esercito a causa della «cultura tossica di certe persone alla loro guida». Le KSK, ha proseguito l’esponente del governo, «non possono più continuare a esistere nella loro forma attuale». La prima mossa sarà lo scioglimento della seconda compagnia, quella dove le infiltrazioni neo-naziste sono maggiormente presenti, e la stessa non verrà rimpiazzata da nessun’altro corpo militare. Non è poi da escludere che almeno fino al prossimo ottobre, ovvero, fino a che le verifiche non verranno completate, le teste di cuoio tedesche rimarranno ferme in ghiacciaia, senza la possibilità di partecipare a esercitazioni o a missioni internazionali.
GERMANIA, TESTE DI CUOIO SOTTO ACCUSA: I FATTI DEGLI ULTIMI ANNI
Non è la prima volta che le Kommando Spezialkräfte finiscono al centro delle polemiche visto che già nel 2003 il primo comandante Reinhard Gunzel fu costretto alle dimissioni dopo un discorso in cui aveva definito gli ebrei un «popolo assassino». Con il passare degli anni questo sentimento antisemita si è ancor più radicato nell’elite dell’esercito tedesco, in coincidenza con l’ondata neo-nazista che si è registrata in Germania. Ad esempio, nel 2017, durante la festa d’addio di un ufficiale, erano state lanciate teste di maiale in aria, e i partecipanti si erano poi salutati con il braccio alzato, il tipico saluto reso celebre da Hitler. A gennaio 2020, invece, un rapporto riservato dei servizi militari aveva reso pubblico il fatto che 20 membri delle KSK erano finiti sotto inchiesta perchè sospettati di essere estremisti di destra. A maggio, infine, la sparizione dai depositi delle forze speciali di ben 48mila munizioni e di 62 chilogrammi di esplosivi, con un arsenale illegale ritrovato poi negli appartamenti di due soldati.