Olaf Scholz al capolinea? Il governo tedesco è di nuovo nel caos. I sondaggi sono impietosi: tre quarti dei tedeschi sono insoddisfatti. Chi oscilla vicino alla soglia di sbarramento del 5% e rischia di finire fuori dal Parlamento ha già avviato una raccolta firme per mettere fine alla “coalizione semaforo“. Si tratta dei liberali della Fdp, che hanno rilanciato le aspirazioni dell’opposizione, ripartita con la richiesta di elezioni anticipate. Non è da escludere una crisi di governo nelle prossime settimane. In Germania la sfiducia costruttiva prevede che ci sia una maggioranza alternativa pronta per cambiare un governo in corsa, ma la Cdu, il più grande partito d’opposizione, non vuole prestarsi ad un’operazione di questo tipo.
Nel frattempo, Scholz continua ad avere il sostegno della Spd, ma c’è un’ala dei socialdemocratici che potrebbe sostituirlo. Infatti, stando a quanto riportato da Repubblica, a porte chiuse starebbe circolando un nome per il dopo-Scholz, se uno scandalo dovesse far cadere il cancelliere: si tratta di Boris Pistorius, che ora riveste la carica di ministro della Difesa e nei sondaggi è il politico più popolare in Germania dopo il presidente della Repubblica, Steinmeier.
GERMANIA, RISCHIO DIMISSIONI PER SCHOLZ?
Si parla di rischio dimissioni per Olaf Scholz a causa di alcune voci che girano al Bundestag. Due fonti parlamentari tedesche, secondo quanto riportato da Repubblica, hanno riferito a microfoni spenti che il cancelliere tedesco dovrebbe temere Jan Marsalek e lo scandalo finanziario Wirecard, la “paypal tedesca”, diventata da oscuro metodo di pagamento per siti porno a fintech coccolata in Germania. Ebbene, ha fatto sparire 2 miliardi di euro in Asia. Lo scandalo scoppiò grazie allo scoop del Financial Times, ma le autorità per le banche (Bafin), il governo Merkel e molti giornalisti finanziari tedeschi si schierarono a difesa di Marsalek.
Peraltro, Merkel aveva fatto lobbying per Wirecard anche con la Cina, chiedendo di aprire il mercato alla fintech tedesca. Un consigliere di Scholz, Joerg Kukies, esercitò pressioni su una banca per l’allungamento di un prestito per Wirecard. Finora il ministero delle Finanze tedesco si è opposto ad ogni richiesta di rendere pubblici gli incontri tra Wirecard, Scholz e i suoi uomini, ma con l’avanzare dei processi legati a questo scandalo, emergono dettagli sempre più inquietanti su Marsalek per i quali si chiede più chiarezza a Scholz.
“MARSALEK FATTORE DI RISCHIO PER GERMANIA”
Tra l’altro, dopo la sua misteriosa scomparsa, Marsalek nel 2020 è riapparso a Mosca. Ricercato dall’Interpol, sarebbe finito sotto l’ala protettiva dei servizi segreti russi. Anzi, per il Wall Street Journal è stato una spia russa per dieci anni, tra cui quelli in cui era top manager di Wirecard, impiegati pare anche per riciclare soldi per la Russia. Nel 2020 circolarono testimonianze nell’azienda di come Marsalek non facesse mistero dei suoi rapporti con i servizi segreti russi, anzi si vantava di potersi procurare il potente veleno Novichok. Secondo i giornali americani, continuerebbe a lavorare al servizio di Putin. Dopo l’omicidio di Prigozhin, si starebbe occupando lui di riorganizzare la Wagner da Dubai.
Quindi, se qualche vicenda o testimonianza associasse Scholz ad un uomo che potrebbe essersi macchiato di alto tradimento, sarebbero guai per il cancelliere tedesco, riferisce chi era nella commissione d’inchiesta parlamentare, riporta Repubblica. Per Fabio de Masi, ex deputato della Linke, non solo «Marsalek è un fattore di rischio per la Germania con le cose che sa», ma è addirittura convinto che «grazie a Wirecard, Putin ha in mano il governo».