Gerry Scotti racconta la sua terribile esperienza col Covid-19. Il conduttore di “Caduta Libera” è finalmente tornato a casa dopo tredici giorni trascorsi in ospedale rischiando davvero grosso. Per fortuna tutto è andato per il meglio, ma ora Scotti ha bisogno di riposo e di riprendersi da questa terribile malattia; proprio per questo Caduta libera si prepara a salutare i telespettatori con un’ultima puntata prima di trasmettere le repliche visto che il conduttore non ha avuto né il modo né il tempo di registrare delle puntate inedite. Non è dato sapere neppure se lo zio Gerry riuscirà ad essere presente come giudice a Tu Si Que Vales. “Sono a casa, giudicato tecnicamente guarito quindi mi devo fidare di ciò che mi dicono in attesa di negativizzarmi e per uno che è sempre positivo nella vita non è una bella parola” – racconta Scotti al TG 5. Il conduttore “ero letteralmente in una anticamera dell’intensiva, una specie di corridoio e c’era una porta a vetri e al di là c’erano solo persone intubate che provavano a farcela ed io per 36 ore ho pregato per loro”. Scotti è ancora scossa, ma invita tutti “cercate di non prendervelo, rinunciare al piacere della visita degli amici, dei parenti. Se vi capita e in forma lieve cercate di non intasare gli ospedali, se invece vi dovesse capitare di essere ricoverati sappiate che ormai il nostro personale ospedaliero in questi 6 mesi ha sviluppato una capacità sul campo enorme”. Sul suo futuro in tv ha aggiunto: “mi attiverò per cercare di esserci, tornerò spero, se mi negativizzo, alla finale di Tu Si Que Vales e poi mi godrò le vacanze di Natale e la nipotina che arriva” – ha dichiarato il conduttore a Deejay Chiama Italia dove ha raccontato la sua lotta contro il Coronavirus. “Sono stato 13 giorni in ospedale. Non è stata una passeggiata. Sono stato nell’anticamera dell’intensiva” – ha detto il conduttore che da due giorni è stato dimesso dall’ospedale.



Gerry Scotti: “Ho visto la storia vera del coronavirus”

“Ho visto la storia vera del coronavirus, quello con la ‘C’ maiuscola. Tutti sperano di non prenderlo, poi quando lo prendono sperano sia una di quelle forme leggere risolvibili con un po’ di tachipirina. Quando ti accorgi che il sistema casalingo non basta, devi andare da quelli che hanno fatto la pratica. Cioè quei ragazzi che la pratica se la sono fatta sul campo in questi mesi, in ospedale, perché non c’era scritto da nessuna parte come fare. Ti devi fidare e non ti devi spaventare” – ha raccontato Gerry Scotti a Linus e Nicola Savino precisando – “sono arrivato fino all’anticamera della terapia intensiva dove sono rimasto per 36 ore e per fortuna non ne ho avuto bisogno”. Ad un certo punto le condizioni del conduttore sono peggiorate al punto che stava per finire in terapia intensiva come ha raccontato: “sono arrivato all’ultimo step indolore della terapia prima che ti intubino. Per un paio di giorni a orari alterni ho dovuto indossarlo anche io, è stato un toccasana. Mi ha colpito molto anche l’affetto di tutti gli addetti ai lavori”. Non solo, il conduttore ha voluto anche ringraziare tutto il personale medico a cui ha dedicato un post su Instagram: “grazie a tutti voi, al vostro affetto e grazie a tutti i medici, infermieri e collaboratori di Humanitas che ci hanno creduto prima di me. Un abbraccio a chi ha vissuto insieme a me questa esperienza: non vi dimenticherò”.

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