La nuova puntata di Verissimo – Le storie ripropone l’intervista di Gerry Scotti e Rudy Zerbi. I due raccontano dei loro primi lavori, della gavetta fatta prima di arrivare al successo. “Sono state esperienze bellissime di lavoro, che rifarei e che consiglio anche a mio figlio”, ha ammesso Scotti. Parole di stima per Gerry arrivano dal collega Zerbi: “Lui porta gioia, è così. – poi racconta un aneddoto – Lui ha conosciuto il mio papà prima di me!” Scotti conferma: “Ho avuto il piacere di lavorare con Davide Mengacci prima che lui lo conoscesse. Quando ho conosciuto Rudy non sapevo di questa parentela. Quando me l’hanno detto è stata una cosa davvero bella: due amici che sono poi padre e figlio è una bella carrambata!” Da ricordare che, in un’intervista al Corriere della Sera, proprio parlando del rapporto padre-figlio, Scotti ha dichiarato: “Sono consapevole del mio carattere apprensivo e invadente, diciamo pure ingombrante, e soprattutto nei primi giorni sono stato molto discreto.” (Aggiornamento di Anna Montesano)
Gerry Scotti a Verissimo – Le Storie
Gerry Scotti e Rudy Zerbi sono due degli ospiti della puntata del 5 giugno di Verissimo – Le storie, il programma del sabato pomeriggio di Canale 5 contenente le repliche delle migliori interviste andate in onda durante la scorsa stagione di Verissimo. Di recente, Gerry Scotti è stato ospite di Canale 5 per un’altra intervista, questa volta a Maurizio Costanzo, a cui ha raccontato dettagli inediti circa la sua vita e il suo background familiare. Prima di tutto, Gerry parla della scelta dei suoi genitori di chiamarlo Virginio (Gerry è un diminutivo): Virginio era il nome di un suo zio “che stava molto male, sentiva di morire e come ultimo regalo ha chiesto ai miei di chiamarmi Virginio. Si usava nelle famiglie passarsi il nome”.
Il soprannome Gerry, invece, lo scelsero per lui i suoi compagni delle medie: era il tempo dei primi sbarchi sulla luna, “c’era uno degli astronauti che si chiamava Virgil e la torre di controllo dall’America lo chiamava Gerry Gerry Gerry”. Per inciso, questo nomignolo non è mai piaciuto a sua madre, mentre lui racconta di averci fatto l’abitudine: “È diventato un marchio di fabbrica”.
Gerry Scotti parla della sua famiglia: “Si offesero perché non mi laureai”
Rivedendo le immagini del passato e in particolare dei suoi genitori, Gerry Scotti ha avuto modo di commuoversi a più riprese. Dei genitori, in particolare, ricorda: “Erano offesi con me perché non mi ero laureato”. Gli mancavano infatti due esami per completare il suo percorso di studi in giurisprudenza. “Io li ho tenuti per andare al militare”, spiega, “sai che al militare ti avvicinavano se avevi due mesi alla laurea”. In seguito, però, Gerry si è innamorato della radio e la sua vita ha preso una direzione diversa. Delusi dal suo comportamento, i suoi non gli parlarono per due anni circa: “Già non mi parlavano perché non avevo finito giurisprudenza, però almeno avevo il posto fisso, lavoravo in questa grande agenzia”.
Il gesto per farsi perdonare
Il posto fisso lo abbandonò quando conobbe Claudio Cecchetto e lo seguì a Radio Deejay. A quel punto, racconta, “è stato un disastro”. Per scusarsi, Gerry Scotti volle fare un grande regalo ai suoi genitori, comprando loro una casa con i suoi primi guadagni. “Io lo avrei fatto anche per mio fratello se lo avessi avuto. Ho preso una casa proprio di fronte a dove abitavo io”. Naturalmente, alla fine, mamma e papà lo perdonarono.