Gerry Scotti ha concesso un’intervista al quotidiano “Libero”, pubblicata sull’edizione in edicola oggi, lunedì 28 marzo 2022. Il conduttore di “Striscia la Notizia” ha esordito parlando di Covid-19 e dell’eccessiva ventata di ottimismo che si respira in Italia in seguito all’allentamento delle misure restrittive: “Io capisco che abbiamo tutti bisogno di buone notizie, ma non è ancora il momento di fare i fenomeni – ha affermato –. Troppo presto per limitare le restrizioni? Non spetta a me deciderlo. Personalmente, continuerò a tenere la mascherina e a osservare il distanziamento anche a emergenza terminata”.



Intanto, in Ucraina si sta combattendo una sanguinosa guerra e, così come per la pandemia, anche in questo caso Gerry Scotti ha confessato di temere che la convalescenza possa rivelarsi lunga: “Anche se oggi stesso si firmasse un armistizio, dovremo comunque fare i conti con gli effetti della guerra almeno per un anno e mezzo – ha spiegato –. È un disastro, una tragedia”. L’esclusione degli atleti russi dalle manifestazioni sportive, però, non si può accettare, “perché l’arte e lo sport sono il primo passo per educare alla pace e all’integrazione. Capisco, semmai, se si decide di escludere uno sportivo sostenuto da grossi sponsor di oligarchi, ma è una situazione che si potrebbe verificare giusto nella Formula 1, come è successo”.



GERRY SCOTTI: “NON SONO MAI STATO BERLUSCONIANO, MA PER IL CAVALIERE HO UN AFFETTO FILIALE”

Nel prosieguo del suo intervento sulle colonne di “Libero”, Gerry Scotti ha affrontato la questione della sua mancata apparizione al Festival di Sanremo: “Ho avuto un problema logistico, perché mi trovavo in Polonia, però credo che ‘mi inviterei’ a Sanremo 2023. Il doppio rinnovo di Amadeus? Bisogna battere il ferro finché è caldo, soprattutto se, come Ama, hai le qualità”.

Lo “zio Gerry” non ha mai lavorato per la Rai perché Mediaset “è sempre stata molto brava a offrirmi il rinnovo giusto, alle condizioni giuste. È dura che qualcuno possa offrirmi una comfort zone come quella che mi sono costruito qui”. E dire che lui non è mai stato berlusconiano, ma “ormai per Berlusconi nutro un affetto quasi filiale: nelle occasioni comandate ci sentiamo, mi dà consigli, anche se sa che non sono berlusconiano. Chi voto? Ormai di volta in volta scelgo il meno peggio, ragionando sulla persona che mi ispira al momento più fiducia”.