Gerry Scotti, intervenuto in qualità di ospite a “Verissimo”, trasmissione di Canale 5, ha parlato di se stesso in una lunga chiacchierata con Silvia Toffanin. Il presentatore ha esordito dicendo: “Mi sento realizzato e me ne accorgo soprattutto confrontandomi con le persone che non sono realizzate. So che ci sono tanti miei colleghi, tanto al maschile quanto al femminile, che hanno dentro qualcosa ancora da realizzare. Magari per loro è un bene, perché è una molla. Io, invece, lo sono assolutamente”.



Gerry Scotti è da poco diventato nonno bis del piccolo Pietro e, con sincerità, il conduttore ha confessato di avere temuto che la sua prima nipotina, Virginia, reagisse male all’arrivo del fratellino: “Avevamo paura che vivesse peggio tutto questo, invece sia mio figlio Edoardo che sua moglie Ginevra sono stati bravi a spiegarle cosa stesse per succedere. Prendere in braccio Pietro è stata un’emozione intensa, ma anche molto più controllata rispetto a quando presi per la prima volta Virginia. Sono felicissimo per mio figlio, perché io son figlio unico e lui anche. Entrambi, in modo diverso, abbiamo sentito il peso di questa unicità e adesso sono felicissimo che lui e Ginevra abbiano due bambini. Adesso spero nel terzo nipotino o addirittura nella coppia di gemelli!”.



GERRY SCOTTI: “MIO PADRE E MIA MADRE SONO MORTI IN UN GIORNO SOLO”

A “Verissimo”, lo “zio” Gerry Scotti, ha ricordato, commosso, i suoi genitori: Mia mamma e mio papà sono morti entrambi in un giorno (ma in anni diversi, ndr), senza un’avvisaglia, senza una malattia, senza dare il tempo di preoccuparsi o di capire cosa fare. Mia madre aveva 67 anni, era molto giovane. Mio padre se n’è andato quattro anni più tardi. Li ho salutati tutti e due la sera prima e il giorno dopo non c’erano più. Lì scopri che tu sei una pallina del pallottoliere: non provate a fare i calcoli con la vita, perché all’improvviso arriva qualcuno, scuote il pallottoliere e voi non siete più nessuno”.



Successivamente, Gerry Scotti ha svelato di essere nato sul tavolo: Abitavamo in campagna, le acque si ruppero a tarda ora e c’era la levatrice del paese che impedì a mia madre di recarsi a Pavia su un’auto. Mi fece nascere sul tavolo della cucina e ne sono fiero”. Un rimpianto? “Non avere imparato a suonare uno strumento. Sento che sarei stato un conduttore molto più completo suonando un pianoforte o altro”.