Gessica Notaro, divenuta suo malgrado celebre per la terribile aggressione con l’acido subita dall’ex fidanzato che l’ha sfregiata, ha parlato della violenza contro le donne sulle pagine di Libero, alla luce del caso relativo alla morte di Giulia Cecchettin. Un caso che, nuovamente, dimostra come “il sistema che dovrebbe proteggere le vittime non funziona. Il problema è intervenire al momento giusto per salvare due vite, quella dell’aggressore e della dell’aggredito”.
Complessivamente, e lo dimostra anche quanto è accaduto a lei stessi, Gessica Notaro ritiene che non funzioni il sistema di denuncia, al punto che “le donne hanno paura. Denunciano e vengono lasciate sole. Hanno paura che serva solo ad incattivire l’aguzzino”. Inoltre, vi sarebbe una generalizzata “tendenza a sminuire il problema e pensare che a me non capiterà mai”, perché “fino a quando queste cose non capitano a te e le senti solo al telegiornale ti sembrano lontane”. E secondo Gessica Notaro è anche scorretto, per certi versi, parlare di patriarcato, perché “non è sempre quello il problema”, pur riconoscendo che sia “uno dei problemi” dietro al fenomeno della violenza contro le donne.
Gessica Notaro: “Nessuna educazione per chi è violento, bisogna fargli paura”
Secondo Gessica Notaro “i ragazzi sanno come devono comportarsi con le donne”, e piuttosto di parlare di sistema che non funziona, patriarcato e colpa maschile, sarebbe meglio “smetterla di cercare una spiegazione razionale, perché non esiste”. Gli uomini violenti, spiega, “non ragionano con una logica normale” e il solo pensiero di “un’educazione collettiva di massa è utopia”. Non servono giustificazioni o buona maniere con gli aggressori, “dobbiamo fargli paura“.
Il giudizio di Gessica Notaro sugli uomini violenti, d’altronde, è impietoso e ribadisce, come fatto in un post alcuni giorni fa, che “i potenziali aggressori andrebbero gonfiati e presi a randellate. Andrebbero presi a calci nei denti e più sentono dolore più gli torna la lucidità”. Parlando, infine, dei casi di violenza ci tiene a sottolineare, come monito per gli osservatori, che “tutti seguono gli stessi step. I potenziali aggressori isolano la vittima in modo che non le rimanga altra scelta che il carnefice”, spiega Gessica Notaro, poi “cambiano la sua percezione della realtà” e “se la vittima prova a slegarsi dal manipolatore scatta il ricatto morale”, infine, “l’ultimo step è l’aggressione”.