Gessica Notaro a “La Vita in Diretta” ha colto l’occasione per rispondere agli avvocati dell’ex fidanzato. «Loro chiedevano che venisse rifatta una perizia perché stavo guarendo in fretta e quindi andava giudicato in base ai danni». E allora a “La Vita in Diretta” ha risposto a tono: «Quello che voglio far capire è che vanno puniti in base alle intenzioni. Se oggi sto guarendo è merito dei medici, di Dio che mi ha miracolata e forse anche un po’ mio che ho voluto reagire. Di sicuro le sue intenzioni non erano quelle di farmi bene. Voleva rovinarmi la vita, voleva devastarmi il volto e accecarmi. Su questo non ci devono essere dubbi». Nessun rimpianto rispetto a quanto poteva essere fatto per evitare la sua tragedia: «Ci sono cose che potevano essere gestite diversamente, ma oggi me le lascio alle spalle. Sono contenta di come siano state gestite ora e spero che venga usata questa intelligenza». (agg. di Silvana Palazzo)
“EDSON TAVARES È UN ABILE MANIPOLATORE”
Gessica Notaro commenta a “La Vita in Diretta” le motivazioni della sentenza con cui l’ex fidanzato Edson Tavares è stato condannato per averla sfregiata con l’acido. «Nessuna frustrazione amorosa attenua la gravità della sua condotta. Tutti hanno compreso questa frase fino in fondo». Lei che si era sentita abbandonata da tutti, ha trovato l’appoggio di tutti, soprattutto quello della giustizia. «Sono contenta che sia stato compreso il senso di tutto. È stata fatta giustizia, i giudici hanno capito l’attendibilità di quello che ho raccontato e questo mi ha fatto sentire meno sola». La speranza di Gessica Notaro è che la sua vicenda possa essere utile per le prossime sentenze, nella speranza ovviamente che ci siano meno casi di questo tipo. Su Edson Tavares invece ha spiegato: «È un abile manipolatore, ha una storia di vita difficile alle spalle e la usa come arma per giustificare i suoi comportamenti fuori luogo. Quando ti metti contro lui puoi capire quanto possa diventare cattivo». (agg. di Silvana Palazzo)
GESSICA NOTARO A LA VITA IN DIRETTA
Gessica Notaro ospite oggi de La vita in diretta per commentare le motivazioni che i giudici hanno depositato in relazione alla condanna a 15 anni e 5 mesi di di Edson Tavares, l’ex fidanzato che il 10 gennaio del 2017 la sfregiò con l’acido. La bella riminese in queste ore ha espresso il suo punto di vista sui sociale e con una bella intervista su “La Repubblica”:”Lui voleva anche levarmi la vista perché io non potessi più guardare nessun altro, perché non potessi più guardare in faccia alla vita: mi vengono i brividi ancora oggi a pensarci. Voleva cancellare tutto di me”. D’altronde le motivazioni dei giudici non lasciano spazio a dubbi:”Appare plastica rappresentazione di una meditata, ferma volontà di punire per sempre la vittima privandola non solo della sua speciale bellezza, ma della sua stessa identità”.
“GIUSTA L’ANALISI DEI GIUDICI”
Gessica Notaro ha espresso tutta la propria soddisfazione per l’analisi dei giudici:”E’ giusta, hanno capito. E per fortuna, perché in altri casi c’è chi ha giustificato la violenza contro una donna con parole che hanno fatto male e suscitato tante polemiche e a ragione: tempesta emotiva, ma come si fa…Si è arrivati ad evocare il delitto d’onore. E’ violenza e basta. Io ho dovuto sopportare di sentirmi rinfacciare, anche dai suoi legali, che ero io la gelosa che lo tormentava. Per tre anni mi ha fatto soffrire, la mia frustrazione era data dai suoi continui tradimenti. Ho sopportato, poi l’ho lasciato. Non gli ho tirato dell’acido addosso, non ho deciso della sua vita. Lui lo ha fatto, senza pietà”. Il percorso per tornare alla normalità è però ancora lungo:”Mi sto ritrovando, ma è durissima. Continuo a lavorare nello spettacolo, mi prendo cura di me. Ma vedo ancora fantasmi, quando cammino per strada, faccio una passeggiata con mia mamma o il mio fidanzato, basta una bicicletta che mi sfreccia sul lato sinistro, dove io non vedo, che il cuore mi va a mille, sento l’istinto di fuggire. I primi tempi, tornata a casa dall’ospedale, non riuscivo nemmeno ad aprire la bocca per fare colazione, la mia pelle era diventata una maschera di gomma che mi intrappolava: non potevo parlare senza sentire dolore, non potevo urlare, piangere. Mi ripetevo: cosa ho fatto per meritarmi questo?”.