Gesù, Giuseppe e Maria come migranti in cerca di asilo: il presepe in gabbia della United Methodist Church di Claremont, California, sta facendo parecchio discutere. Il simbolo religioso è stato collocato alla frontiera Usa-Messico, a 50 chilometri a est di Los Angeles: come spiega la CBS, Gesù è avvolto in una coperta di carta stagnola, proprio come i rifugiati nel tentativo di riscaldarsi. La pastora della chiesa metodista Karen Clark Ristine ha chiarito che il tentativo è quello di sensibilizzare il tema delle sofferenze dei migranti, sottolineando di essersi «commossa fino alle lacrime» per la rappresentazione. La sua chiesa annualmente usa il presepe per affrontare un problema sociale e quest’anno ha deciso di fare una riflessione sulla popolazione senza fissa dimora della California meridionale. Ristine ha aggiunto: «Subito dopo la nascita di Gesù, Giuseppe e Maria dovettero scappare da Nazareth in Egitto per sfuggire a re Erode, il tiranno. Temevano persecuzione e morte».
PRESEPE IN GABBIA ALLA FRONTIERA USA-MESSICO
In un lungo post pubblicato su Facebook, la pastora della chiesa metodista ha aggiunto: «E se questa famiglia cercasse rifugio nel nostro Paese oggi? Immagina se Giuseppe e Maria venissero separati al confine con Gesù non più grande di due anni, tolto alla madre e messo in un posto dietro le sbarre in un centro di detenzione della polizia di frontiera, come successo a 5.500 bambini negli ultimi tre anni». Successivamente ha spiegato che Gesù è cresciuto per insegnarci gentilezza e misericordia, nonché l’accoglienza di tutte le persone. La chiesa ha inoltre esposto un presepe più tradizionale all’interno della struttura, che accoglie una congregazione di circa 300 persone. Un messaggio diretto al presidente Donald Trump, al centro delle critiche per la gestione dell’immigrazione. Ma non è la prima volta che assistiamo ad un gesto simile: nel 2014, un presepe raffigurava la Vergine Maria come una senzatetto alla fermata di un autobus, con Gesù avvolto in una tela.