L’8 aprile 2023 è il Sabato Santo, il giorno in cui si fa memoria di Gesù nel Sepolcro, è il sabato che precede la domenica di Pasqua, nonchè il terzo giorno del Triduo Pasquale. La discesa di Gesù agli inferi è uno dei misteri che per millenni ha incuriosito l’umanità intera: la vittoria finale di Gesù sul sacrificio e sulla morte, vera morte. Un fatto che è di ispirazione per tutti noi e ci ricorda che, a prescindere dalle sfide che dobbiamo affrontare, possiamo sempre trovare speranza nell’amore e nella grazia di Dio.
Anche durante il Sabato Santo, come durante gli altri giorni della Settimana Santa, la Chiesa Cattolica segue riti antichi. Il Sabato Santo è il giorno del silenzio, volto a meditare sulla morte del Signore, un silenzio che attende, con speranza, la Sua Risurrezione. Il Messale così recita “Spogliata la sacra mensa, la Chiesa si astiene dal sacrificio della Messa fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L’attesa allora lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae per cinquanta giorni.”. Durante il Sabato, infatti, non verrano effettuate celebrazioni, fino alla tradizionale Messa vigiliare che annuncia con gioia la Risurrezione di Cristo Gesù. In questo giorno non è possibile ricevere la Comunione, eccezion fatta per i malati, che possono ricevere il Viatico.



Nei primi secoli del Cristianesimo, proprio durante il Sabato Santo i catecumeni facevano la loro professione di fede pubblicamente, per poi essere battezzati e ammessi nella comunità della Chiesa il giorno di Pasqua. La Messa della Veglia Pasquale, viene normalmente celebrata verso le 22, durante la celebrazione viene benedetto il cero pasquale, l’acqua battesimale e si annuncia la Risurrezione di Cristo, tradizionalmente seguita dal suono delle campane a festa, che rompono il silenzio iniziato con l’annuncio della Morte di Gesù il Venerdì Santo. Durante la Messa viene anche intonato il Preconio pasquale, che dà il vero e proprio annuncio “Esulti il coro degli angeli, esulti l’assemblea celeste: un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.”



La sepoltura di Gesù nei Vangeli

Questo è il momento fondamentale del Mistero che lega l’apparizione del Figlio di Dio con l’esperienza finale della sua vita terrena, il momento in cui è diventato spirito dalla carne, è apparso agli Apostoli e si è fatto di nuovo carne per un momento per risalire al cielo come Figlio e Spirito Santo. Nel corso dei secoli, l’episodio di Gesù nel Sepolcro, è stato oggetto di molteplici rappresentazioni artistiche. La sepoltura di Gesù si riferisce alla sepoltura del corpo crocifisso di Gesù come descritto nel Nuovo Testamento. Da quanto riportato dai Vangeli, è stato Giuseppe d’Arimatea a chiedere a Pilato il corpo di Gesù, ad avvolgerlo in un lenzuolo e a deporlo nel sepolcro di sua proprietà scavato nella roccia e chiuderlo con una grande roccia messa all’entrata. Fu una sepoltura “provvisoria” perchè ormai volgeva la sera, era la Parasceve, la vigilia del sabato ebraico, durante il quale è proibita ogni attività. La domenica mattina presto, il terzo giorno, Maria Maddalena e un’altra Maria si recarono al sepolcro e lo trovarono vuoto. Seduto sulla pietra rotolata c’era un angelo del Signore che disse loro di non avere paura, perché Gesù era risorto. Mentre le donne stavano per dirlo ai discepoli, Gesù Cristo venne e mostrò loro le sue mani, che erano state trafitte da chiodi.



La Pasqua è un momento gioioso e di festa, ma rappresenta anche un momento di riflessione. Mentre nella preghiera il cristiano ricorda la morte e la risurrezione di Gesù Cristo, deve anche prendersi del tempo per meditare sul significato dei giorni che Gesù ha trascorso nel sepolcro. Gesù è sceso nella morte per vincere la morte e portare la vita a noi. Ha preso su di sé tutti i peccati dell’umanità e ha sofferto molto perché potesse essere riconciliata con Dio. Con la sua morte, ha aperto all’uomo la strada per essere perdonato e ricevere la vita eterna attraverso di lui.

I Santi e i beati che si ricordano l’8 aprile: San Dionigi

L’8 aprile vengono festeggiati anche altri santi quali: Sant’Agabo, Beato Domenico del SS. Sacramento, Sant’Amanzio di Como, Santa Giulia Billiat e S. Dionigi di Alessandria. Quest’ultimo fu vescovo di Alessandria tra il 247 e il 265, molto attivo nella lotta contro gli eretici, come i millenialisti e Paolo di Samosata. San Dionigi è patrono della città di Crotone.