Alberto De Pisis, la difficile esperienza fuori dalla comfort zone: “Quando in famiglia sei amato…”

I concorrenti del GF Vip spesso portano all’interno della Casa un bagaglio di vita importante, aneddoti e vissuti che colpiscono i telespettatori. Uno degli ultimi ad aver scelto di aprire le porte del suo passato è stato Alberto De Pisis, prima d’ora piuttosto restio nel raccontarsi rispetto al passato. Il giovane, comodamente seduto in giardino in compagnia di Edoardo Tavassi, ha spiegato le difficoltà affrontate soprattutto quando era più piccolo.



Sul pregiudizio ne so qualcosa, ho combattuto abbastanza: gli anni dell’adolescenza è stato un trauma. Quando a casa sei protetto e ti senti accolto da una famiglia che ti vuole bene a prescindere da cosa decidi nella vita sentimentale e sessuale. Ti trovi poi ad dover affrontare quello che succede al di fuori delle mura di casa”. Alberto De Pisis ha dunque raccontato come la famiglia sia stata eccezionale nell’approcciare nel tutelarlo e proteggerlo, ma le difficoltà più onerose per lui sono arrivate nel confronto con l’esterno e con il giudizio spesso malefico delle persone estranee. “Ti senti protetto, ma fuori c’è un mondo che ti fa sentire solo: ho dei ricordi di quando scrivono il nome sulla lavagna e andavo a cancellare perchè mi vergognavo…E’ brutto”.



Alberto De Pisis si apre con Edoardo Tavassi: “Chi non la pensa come te…”

Alberto De Pisis, in giardino con Edoardo Tavassi, ha spiegato quanto sia stato difficile affrontare l’ipocrisia e ignoranza alla base delle discriminazioni per la sua omosessualità. “Personalmente è stato così particolare vedere come una cosa che io sentivo normale a casa mia era invece vissuta nel mondo la fuori diversamente: incontri qualcuno che non la pensa esattamente come pensavi che fosse“. Edoardo Tavassi, colpito dal racconto, non si limita nell’offrire il suo personale giudizio sulla questione: “Non li vedevi come stupidi?“.

Proseguendo nel discorso, Edoardo Tavassi dimostra estrema empatia nei confronti di Alberto De Pisis. Oltre a denigrare chi ha fatto vivere momenti difficili al giovane, arricchisce il discorso con altre domande tutt’altro che superficiali: “E ora invece come stai? C’è stata comunque una sensibilizzazione…”. Pronta la risposta di Alberto che non nasconde come a distanza di tempo – al netto di evidenti miglioramenti – non sia ancora tutto rose e fiori: “Adesso bene, ma da anni: sono sereno con me stesso. C’è una sensibilizzazione e sono contentissimo di chi fa queste battaglie, anche io nel mio piccolo le faccio, ma non pensare che non ci sia…“.