Diventa un caso un premio conferito a Ghali per “Casa mia“, la canzone che ha portato al Festival di Sanremo 2024. Il problema è che il riconoscimento arriva da Api, Associazione Palestinesi in Italia guidata da un imam pro Hamas. Si tratta di Mohammed Hannoun, ritenuto da diversi servizi di intelligence un finanziatore di Hamas. «A nome dell’Associazione dei Palestinesi in Italia desideriamo esprimerti il nostro profondo apprezzamento per aver utilizzato la tua piattaforma e la tua canzone “Casa Mia” per diffondere un messaggio così significativo agli spettatori del festival di Sanremo», è scritto nel post pubblicato sabato scorso su Instagram dall’associazione. Oltre a ringraziare il cantante milanese, gli viene reso omaggio con una targa per il suo impegno a favore della causa palestinese. «La tua coraggiosa decisione di pronunciare la parola “genocidio” ha avuto un impatto straordinario, portando l’attenzione su una questione tanto importante quanto spesso trascurata».



Ghali, che invece è stato accusato di aver usato il palco di Sanremo per diffondere un messaggio anti Israele, ha risposto con un video condiviso sui social dalla stessa associazione: «Ciao ragazzi, un saluto a tutti gli amici di Api Italia. Ho ricevuto il vostro pensiero, grazie davvero. Che dire, raga… Spero di vedervi presto, vi voglio bene. Grazie per tutto quello che fate». Il rapper ha poi ringraziato in arabo tutti i suoi «fratelli» e concluso: «Grazie ancora del bellissimo pensiero, vi voglio bene».



LE OMBRE SU HANNOUN, L’IMAM PRO HAMAS

In virtù delle polemiche scoppiate per il premio, lo staff di Ghali ha poi diffuso un comunicato per precisare: «Nessuna premiazione, nessuna cerimonia: solo la consegna di un frammento del restauro della moschea di Gerusalemme sul set di una ripresa video da parte di un ragazzo che gli ha chiesto un breve ringraziamento. Un regalo più o meno significativo come molti altri senza nessuna richiesta ulteriore». Ma la vicenda è destinata a rinfocolare le polemiche sul rapper, perché l’Api fa capo a Mohammed Hannoun, ritenuto uno dei punti di riferimento di Hamas in Italia. Non solo scrive frasi apertamente ostili a Israele, ma avrebbe relazioni con i leader di Hamas, come Ismail Haniyeh e Khaled Meshaal, con cui è stato fotografato più volte.



Senza dimenticare le accuse dei servizi di intelligence di Israele e alcuni Paesi europei di finanziare l’organizzazione terroristica attraverso diverse «attività umanitarie» a favore della popolazione di Gaza. Le indagini della magistratura, però, hanno portato finora a un non luogo a procedere per Hannoun, che dal canto suo ha sempre respinto le accuse parlando di «campagne diffamatorie e calunniose lanciate dal governo israeliano contro di lui», come evidenziato il 6 dicembre in un post. Dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre, Hannoun è motore e ideatore delle manifestazioni che si sono tenute, in diverse città italiane, a favore della causa palestinese, nelle quali risuonavano cori pro Hamas, canzoni antisemite in arabo e slogan che alludono alla sparizione di Israele. Invece, in un’intervista su Rai 3 ha definito la strage del 7 ottobre «un gesto di autodifesa» dei militanti di Hamas, definiti «i nostri partigiani».