E’ una bella e lunga chiacchierata quella dell’artista Ghali con i microfoni di Vanity Fair. Il cantante nato trapper e ora decisamente più commerciale, è stato uno dei grandi protagonisti del Festival di Sanremo 2024 con un brano che è anche un inno contro il genocidio di Gaza. Ghali, del resto, è sempre stato schierato politicamente e non ha mai nascosto le sue idee entrando spesso e volentieri in polemica anche con Matteo Salvini.



“Sapevo che un giorno avrei potuto fare la differenza”, dice Ghali riferendosi proprio alla sua voglia di andare oltre la musica, di mandare un messaggio sfruttando la sua enorme popolarità. Ghali ammette di essere un po’ in disappunto sul fatto che molti suoi colleghi non affrontino certe tematiche, tenendo conto che si tratta spesso e volentieri di amici anche se ammette di non poter biasimare chi non lo fa: “ognuno è libero di fare la musica che vuole”. Il cantante sente di avere addosso la pressione di poter far cambiare idea sui migranti e lo capisce chiaramente quando “vedo i bambini all’asilo cantare Casa mia”, cosa che gli fa pensare “missione compiuta”, aggiungendoci che è il massimo che un artista può fare.



GHALI: “VORREI FAREI ANCHE MUSICA LEGGERA”

In ogni caso il cantante ammette di voler anche fare “semplicemente musica”, senza che la stessa sia per forza pregna di significati o di messaggi profondi, quella leggerezza che del resto l’ha accompagnato soprattutto nelle primissime fasi della sua carriera. Recentemente è stato registrato l’anno di guerra in Medioriente fra Israele ed Hamas, conflitto che si è allargato anche ad Iran e Libano e Ghali ha sempre avuto una posizione chiara a riguardo.

Il problema è che oggi la situazione si sta normalizzando e ciò per l’artista è una “cosa pericolosissima” in quanto si sta venendo a creare una sorta di “Matrix”, ovvero, una realtà parallela che ci si costruisce sui social e che pensiamo sia “più leggera di quella reale” ma che nella realtà dei fatti è molto pesante.



GHALI E IL “GENOCIDIO” SUL PALCO DI SANREMO

Ghali è tornato anche sulla famosa frase proferita sul palco di Sanremo “Genocidio”, ammettendo di non aver sbagliato a gridarla: “Lo rifarei? Certo”. Ripercorrendo poi la sua carriera Ghali ammette di non essere esploso da solo, ricordando che “mai nessuno ce la fa in solitaria” visto che serve sempre un team a fianco, e quando una persona ce la fa, riesce ad emergere, non è mai un successo di un singolo ma il riscatto di un gruppo, di un quartiere che fa il tifo per lui, come ad esempio Baggio, periferia di Milano dove il cantante ha appunto mosso i primi passi da artista.

La cosa più importante è che anche un giovane che cresce in un contesto così difficile possa farcela ed emergere, e ciò dà speranza anche a tutti gli altri. Chiusura sull’amore, con Ghali che ammette di essere single e di non essere riuscito a portare molte relazioni avanti “Ma me ne esco con la fede”.