Si torna a parlare delle origini del covid in seno all’Oms, e questa volta ad esprimere la sua opinione sulla vicenda e niente di meno che il massimo rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità, leggasi il direttore generale, nonché biologo di origini etiopi, Adhanom Ghebreyesus. Intervistato stamane dai microfoni del Corriere della Sera ha fatto chiaramente capire che tutte le ipotesi sulla nascita del coronavirus che da due anni ha questa parte ha stretto il mondo in una morsa: “devono continuare a essere esaminate, da quella della trasmissione da animale a quella della fuoriuscita dal laboratorio, la quale non è ancora stata categoricamente esclusa”.



In ogni caso non sarà comunque semplice arrivare alla verità definitiva, soprattutto se Pechino continuerà a non collaborare in maniera attiva, permettendo appunto un’inchiesta internazionale sulla questione. “Ma — aggiunge Ghebreyesus parlando con il quotidiano di via Solferino — abbiamo visto altri fattori, inclusi quelli politici, influenzare gli sforzi e intralciare la nostra capacità di fare progressi e ottenere risposte”, facendo riferimento alle note tensioni fra la Cina e il mondo occidentale, ed in particolare gli Stati Uniti.



OMS, GHEBREYESUS SULLE ORIGINI DEL COVID: INTANTO TIRA LE ORECCHIE PER LE TERZE DOSI…

L’Oms ha già inviato un gruppo di esperti in Cina, tornati però con un nulla di fatto, ma le indagini non si sono ancora concluse visto che è stato creato un team ad hoc, composto da esperti internazionali di diverse discipline, che hanno il compito di approfondire ulteriormente la questione. Le ipotesi restano sempre due: la fuga del virus dal laboratorio, o la versione “naturale”, proveniente da un animale che poi ha intaccato in qualche modo l’uomo, magari attraverso il famoso mercato di Wuhan, la metropoli epicentro del covid.



Difficile invece pensare alla diffusione ad hoc di un virus manipolato da parte della Cina, ipotesi che comunque non viene esclusa a priori dai complottisti. Nella sua intervista Ghebreyesus ha tirato le orecchie ai paesi che hanno già fatto scattare le terze dosi di vaccino anti covid, spiegando: “Invece di vaccinare coloro che sono già vaccinati dobbiamo vaccinare coloro che corrono il rischio più alto”.