In quella che – almeno nella sempre catastrofica narrazione dei sostenitori del cambiamento climatico sempre più pressante – potrebbe presto passare alla storia come l’estate più calda degli ultimi decenni, dai ghiacciai della Lombardia arriva una buona (anzi, ottima) notizia: a darla è l’ultimo report redatto dalla delegazione lombarda dell’istituto Arpa che grazie ai suo Centro nivometeorologico ha calcolato lo Snow water equivalent, utile a definire a quanto ammonta la riserva idrica del manto nevoso. Arrivando subito all’ottima notizia: secondo Arpa Lombardia i ghiacciai lombardi vantano in questi primi mesi del 2024 il record degli ultimi decenni con – citiamo il report – il “massimo accumulo nevoso”, con valori “compresi tra 40 e 20 metri di neve cumulata” solamente tra maggio e giugno.
“Se si considerano gli ultimi dieci anni – scrive Arpa – si può confermare che l’ultima stagione è stata caratterizzata da un innevamento nella media” durante l’inverno, fortunatamente ben compensato – ed addirittuta “nettamente superiore” – nei “mesi primaverili”. Cosa significa? Per dirla in soldoni: i ghiacciai della Lombardia sono attualmente coperti da un fitto strato di neve che li aiuterà a tardare il discioglimento nella stagione estiva e alimenterà per tutta la torbida estate le riserve idriche naturali, come fiumi, torrenti, falde acquifere di vario tipo e laghi.
L’esperta di ghiacciai: “Ottime notizie della Lombardia, ma è presto per cantare vittoria”
Insomma (lo ripetiamo), un’ottima notizia, testimoniata anche dall’esperta di ghiacciai – non solo della Lombardia – Antonella Senese in un’intervista rilasciata a Repubblica e citata da La Verità, in cui parte subito dal sottolineare, con una metafora, che i ghiacciai “finalmente stanno ‘mangiando, dato che la neve costituisce a tutti gli effetti il loro alimento” e – ulteriore ottima notizia – “tra cinque o dieci anni diventerà ghiaccio”. Ma l’esperta ci tiene anche a sottolineare che seppur si tratti di una notizia positiva e che ci può far esultare, non significa che ora “tutti i problemi” dei ghiacciai della Lombardia e del mondo interno “siano risolti”; ma almeno possiamo tirare un piccolo sospiro di sollievo per l’imminente estate.
Ma perché si tratta di una buona notizia? I punti – secondo Senese – sono almeno due: il primo è che la neve, specialmente tanta quanta ne riporta il report di Arpa, “ritarda l’ablazione del ghiacciaio, cioè il momento in cui il ghiaccio rimane scoperto e incomincia a fondere“; e secondariamente perché la coltre nevosa “ha un’ottima albedo, ossia la capacità di riflettere la radiazione solare” con il positivo effetto di impedire ai ghiacciai della Lombardia “di riscaldarsi, [attenuando] le condizioni di fusione del ghiaccio” e impedendo che l’atmosfera “si riscaldi molto più di quanto sta già accadendo”.