Dopo la buona notizia arrivata dall’Arpa Lombardia solamente la scorsa settimana – ve ne avevamo parlato in quest’altro articolo – oggi è arrivata una riconferma da parte dei colleghi dell’Agenzia della Valle d’Aosta che hanno pubblicato il loro report sui ghiacciai locali: il punto di arrivo è lo stesso che si è già visto in Lombardia e che vuole il 2024 come un anno record per l’accumulo di neve; ma se sul versante lombardo si parlava dei valori massimi degli ultimi 10 anni, in Valle d’Aosta i ghiacciai – e in particolare il Timorion – hanno raggiunto il massimo storico da quando iniziarono le rilevazioni, più di 20 anni fa.



Prima di entrare nel vivo dei dati vale la pena fare un piccolo passo indietro per ricordare che la quantità di neve che si accumula nei tanti ghiacciai italiani – e in questo caso in quelli della Valle d’Aosta – funziona un pochino come ‘scorta’ acquifera per i mesi estivi, fornendo una riserva per fiumi, torrenti e corsi d’acqua di vario tipo e (soprattutto) evitando il rischio di una diffusa siccità sul territorio. D’altra parte – e questo è un punto ancora più importante – i dati positivi non significano necessariamente che la crisi climatica di cui si parla da anni a questa parte sia ‘superata’ né – tanto meno – che fosse tutto falso; ma oltre a questa doverosa precisazione si tratta sicuramente di un dato incoraggiante e positivo.



Il report Arpa sui ghiacciai della Valle d’Aosta: record storico di neve sul Timorion

“La stagione invernale 2023/24 – scrive Arpa Valle d’Aosta nel raport sui ghiacciai locali – rispetto a quella precedente, è stata mediamente più ricca di precipitazioni (..) soprattutto nel tardo inverno e inizio primavera” e nonostante l’avvio dell’anno “con temperature superiori alle medie storiche” verso maggio i valori sono tornati nella norma “favorendo – ed è questo il punto importante – la conservazione del manto nevoso fine alla fine di maggio“. Sui due ghiacciai della Valle d’Aosta si registrano in media – sul Timorion – tra i 315 e i 650 centimetri di neve e – sul Rutor – una media di 472 cm che tradotti nel loro equivalente d’acqua sono pari a circa 1.800 e 2.092 millimetri.



Dati che presi singolarmente – forse – potrebbero non significare un granché per i ‘non addetti ai lavori’, ma che assumono un senso diverso se si considera che nel primo dei due ghiacciai della Valle d’Aosta (spiega sempre Arpa) “il valore (..) si pone al massimo della serie storica iniziata nel 2001 segnando un accumulo circa tre volte superiore rispetto a quello registrato nell’inverno” dello scorso anno; mentre nel secondo si parla del “secondo posto per abbondanza di massa” negli ultimi vent’anni “di poco inferiore al valore massimo registrato nella serie del 2013”.