Si è parlato ampiamente della tragedia del ghiacciaio della Marmolada stamane durante il programma Uno Mattina Estate, e sono state numerose le testimonianze, a cominciare da quella di Carlo Budel, noto rifugista sopra il ghiacciaio, e considerato una sorta di “custode” dello stesso. E’ stato il primo di fatto a dare una mano a coloro che si sono salvati dalla valanga: “Oggi non sto bene, ho dormito poco – ha raccontato in diretta tv sul primo canale – purtroppo ieri che era domenica, il giorno di maggior afflusso alle 14:00, si è staccato un blocco gigantesco, ha travolto tutte le persone anche quelle che erano sotto fare il pic nic”.



Poi Carlo Budel ci ha tenuto a precisare una cosa: “Vorrei essere chiaro, sui giornali ho letto cose che io non ho mai detto, che questa tragedia si poteva evitare e che il ghiacciaio andava chiuso prima, io non mi sono mai permesso di dire questo, sulle mie pagine social non mi sono permesso di dare colpe a qualcuno, tragedia impossibile… giornalisti si inventano le cose”. In collegamento anche Simone Moro, alpinista italiano di fama mondiale, il primo a portare l’elisoccorso sulle vette più alte al mondo: “Ciò a cui abbiamo tristemente assistito sulla Marmolada – ha spiegato – lo vedo costantemente anche sulle vette più alte del pianeta, il riscaldamento globale ha colpito tutte le vette, mi è capitato di atterrare a 6.500 metri e avevamo più dodici gradi”.



GHIACCIAIO MARMOLADA, SIMONE MORO: “NON CERCHIAMO COLPEVOLI…”

Poi Simone Moro, a proposito del ghiacciato della Marmolada, ha aggiunto: “Sono d’accordissimo con il custode della Marmolada, qui non c’è una colpa individuale, non prendiamo tempo a cercare un colpevole per pulirci la coscienza, qui se c’è un colpevole siamo tutti noi. Sono 40 e 50 anni che si parla del riscaldamento globale, mi piacerebbe sapere quanti di noi hanno ridotto l’uso dell’acqua e dell’energia in questi giorni, non lo facciamo, siamo onesti”.

“Io ieri – ha proseguito Simone Moro – volavo e vedevo i laghi vuoti nella Val Brembana, ma anche in Himalaya è lo stesso, c’è un cambiamento mostruoso.I droni sono oggi lo strumento che ci permettono di valutare quanto è stato il disastro”. Sul fatto che ora bisognerà capire se far crollare o meno la parte del ghiacciaio della Marmolada rimasta ‘appesa’: “Il seracco è come una coperta e cade a pezzi, come quando si collassano i ghiacciai in Groenlandia. La Terra è un organo vivo e bisogna capire se la fetta pericolante è meglio indurla a farla cadere o aspettare”.