A Morning News, in diretta tv su Canale 5, si torna a parlare della tragedia del ghiacciaio della Marmolada. In collegamento il signor Mauro, guida alpina che domenica pomeriggio ha rischiato seriamente la vita in quanto si trovava sul ghiacciaio crollato, e che di fatto è vivo per miracolo: “Con la mia cordata ci trovavamo dove c’è la ferratina prima dell’attacco del ghiacciaio – ha spiegato parlando con Simona Branchetti – dove si vedono le due persone nei vari video, ci siamo trovati li per un miracolo perchè abbiamo aspettato un amico che ha ritardato, abbiamo ritardato di circa 20 minuti se no ci saremmo trovati nella valanga”.
Poi ha proseguito: “Ho visto scendere la valanga e poi spazzare via le persone, pensavano fossero solo tre ma poi ho sentito dalle varie notizie che le persone purtroppo fossero di più. Mai avrei immaginato di vedere una sciagura del genere, sulla Marmolada sono andato 25 volte, mai avrei pensato, ho anche delle foto fatte la mattina della tragedia, non c’era alcun segnale di un distaccamento di tali dimensioni. I ruscelli sotterranei? Ci si informa sempre prima di andare sui ghiacciai, soprattutto non si fa riferimento a notizie su internet ma una settimana o qualche giorno prima ci si informa. Il ghiacciaio l’ho visto l’altro giorno era come se fosse agosto o fine agosto, non vi era alcun pericolo al dl là di qualche crepaccio ma nessuno avrebbe mai pensato ad una cosa del genere”.
GHIACCIAIO MARMOLADA: LA TESTIMONIANZA DI UN SOPRAVVISSUTO E DI VALERIO ROSSI ALBERTINI
Sui cinque dispersi e sulle vittime: “Non li conoscevo, ma son persone che ho incrociato in cima, ci siamo scambiati un sorriso e un parere e non vederle più e trovarle sul giornale è stato uno choc anche se non li conoscevo”.
In collegamento anche il divulgatore scientifico Valerio Rossi Albertini, che sulla tragedia del ghiacciaio della Marmolada ha spiegato: “Se c’è un ghiacciaio sotto stretta sorveglianza vi sono sensori che sentono le vibrazioni e che sentono il movimento che sta per cominciare della massa glaciale, ti danno quel poco di preavviso necessario per lanciare l’allarme. Tuttavia ricordiamo che i ghiacciai sulle Alpi sono centinaia, alcuni sono in condizioni critiche tipo questo, quindi non è facilissimo tenerli sotto controllo. E’ un problema di costi, organizzazione e logistica, serve una disposizione strategica su ognuno dei ghiacciai e si dovrà fare per quelli che danno segni di cedimento o che sono su pendenze tale che potrebbe correre a valle. Il fatto che faccia caldo di per se stesso può essere una causa scatenante ma nella maggior parte dei casi non succede nulla, sono precauzioni ulteriori che è giusto prendere in considerazione del fatto che la situazione climatica sta cambiando”.