Se Alessandra Todde ha 40mila elettori in Sardegna che si sono recati alle urne solo per votare lei senza indicare i partiti, invece il candidato di centrodestra Paolo Truzzu è stato percepito come «calato da Roma», per cui non è stato accettato dai sardi. Questa la lettura di Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, dei risultati delle elezioni regionali a La Stampa. Ora Pd e M5s sperano nel bis in Abruzzo: la missione non appare più impossibile, anche alla luce del fatto che la coalizione del centrosinistra si presenta unita. «Se fosse successo anche alle elezioni politiche la partita sarebbe stata molto più difficile per il centrodestra», spiega la sondaggista. Per quanto riguarda il calo di consensi di Matteo Salvini, per Ghisleri «la Lega ha un suo elettorato e delle discussioni interne molto importanti, deve riuscire a comprendere come essere ancora attrattiva al di là dei grandi leader locali, come Zaia, Fontana e Fedriga».



Nella sua analisi evidenzia che nell’ultimo sondaggio di 20 giorni fa era emerso «un quadro quasi sovrapponibile» con una distanza di un punto percentuale. «Con un’affluenza più bassa era atteso aumentare il voto di Todde e diminuire quello di Soru. Viceversa un’affluenza poco più alta avrebbe favorito di pochissimo il centrodestra», aggiunge Ghisleri, ricordando che la Sardegna premia l’alternanza a ogni elezione, visto che nessuno ha mai soddisfatto del tutto i sardi al punto tale da ottenere la conferma. Per quanto riguarda l’affluenza, la sondaggista ritiene interessante il fatto che sia maggiore quella alle regionali rispetto alle politiche.



L’ANALISI DI GHISLERI SUI RISULTATI IN SARDEGNA

La vittoria di Alessandra Todde alle Elezioni Regionali Sardegna 2024 è stata di misura, ma decisiva è stata la candidata stessa (come ci ha spiegato il sondaggista Enzo Risso). «Ha vinto Todde: ha ottenuto 40 mila voti in più rispetto alla sua coalizione. Mentre nel centrodestra Truzzu registra una differenza negativa di 5.400 voti. Soru ha uno scarto positivo di 8.500 voti». Ciò vuol dire che Todde e Soru «hanno avuto più successo delle loro liste». Ha un ruolo solo parziale il voto disgiunto: «Potrebbe arrivare a circa 5.400 unità, incide poco meno dello 0,8% sull’affluenza. Tolte queste schede ce ne sono altre 35mila in cui le persone hanno messo la x solo sul nome della candidata del centrosinistra. Todde ha vinto perché incarnava un’identità sarda. È lei che è vincente, più della coalizione».



I partiti che sono andati peggio sono proprio quelli più grandi, che hanno perso qualcosa per le liste civiche. «Forza Italia è il partito che perde di meno, circa 15mila voti», dichiara la direttrice di Euromedia Research a La Stampa. Per quanto riguarda la Lega, ha perso circa 18mila voti, ma aggiungendo il Partito sardo d’azione, le preferenze sarebbero rimaste le stesse. «È complicato dire che i partiti della maggioranza di governo hanno perso, sicuramente hanno lasciato voti alle liste civiche». Riguardo la candidatura di Truzzu, la particolarità per la sondaggista è che abbia preso «meno voti dei partiti che lo sostengono».

IL FUTURO E LE PROSPETTIVE DEL CAMPO LARGO

Per Alessandra Ghisleri tra gli errori del centrodestra c’è quello di non aver spiegato la bocciatura di Solinas, che era il presidente uscente, mentre «Truzzu nel gradimento dei sindaci era terzultimo in classifica». Peraltro, la sua scelta è stata vissuta come calata da Roma. «Non a caso Todde ha fatto una scelta intelligente, non ha voluto i leader nella campagna elettorale. Lei è stata brava nel dialogo quotidiano con le persone, ha capito i temi a cui tengono i cittadini dell’isola: trasporti, sanità e salute», afferma la direttrice di Euromedia Research a La Stampa. Non avrebbero avuto un’incidenza importante le manganellate di Pisa e Firenze.

Volgendo lo sguardo al futuro, il campo largo potrebbe avere un futuro anche a livello nazionale: «Lo devono decidere i partiti trovando la quadra, la differenza sta nel fatto che il centrodestra litiga ma alla fine ha obiettivi comuni. Il centrosinistra invece si spacca su molte realtà. Il tema è fare sintesi e studiare un programma unitario». Infine, riguardo le speranze del Pd di avvicinarsi a Fratelli d’Italia alle elezioni europee: «Innanzitutto deve staccare il Movimento 5 stelle che lo tallona in termini di percentuali, c’è però un bacino di elettori che potrebbe esprimere un voto utile per Schlein. Il punto d’incontro tra i due partiti per un eventuale testa a testa potrebbe essere il 25%, con il Pd in crescita e Fratelli d’Italia in calo», conclude Ghisleri.