Dal dossier giustizia alla sinistra, Roberto Giachetti a 360° ai microfoni de La Verità. L’esponente di Italia Viva si è schierato a favore dei referendum promossi da Lega e Radicali, tanto da provare a convincere il suo partito ad abbracciare la battaglia: «Sulla giustizia serve una rivoluzione culturale, e i referendum sarebbero un grande passo avanti. Per questo mi auguro che il mio partito decida per il sì: la custodia cautelare, la separazione delle carriere, l’abolizione della legge Severino sono tutte battaglie per cui siamo già scesi in piazza in passato».
Roberto Giachetti ha bacchettato Enrico Letta per l’attacco al referendum degli scorsi giorni, ricordando che la politica non deve mettersi di traverso rispetto ai diritti democratici. E il renziano è pronto a dialogare con Matteo Salvini: «A me interessa il risultato. La Lega era quella del cappio. Se oggi Salvini sulla giustizia si allinea sulle mie posizioni, io non è che gli apro le porte: gliele spalanco».
GIACHETTI STRONCA IL PD
Soffermandosi sulla giustizia, Giachetti ha spiegato che nella maggioranza è scoppiata una guerra mondiale per la riforma Cartabia, una riforma che a suo avviso «si poteva fare molto meglio». Importante, comunque, il cambio di mentalità, «abbiamo sbanchettato Bonafede». Sullo scarso riscontro nei sondaggi, Giachetti ha messo in risalto i risultati raggiunti da Italia Viva, che a differenza di altri partiti ha una visione politica. Il Pd, invece, continua ad essere guidato «dai 5 Stelle, da certi pezzi di magistratura che ostacolano o boicottano le leggi, dall’emozione del momento, dagli influencer»… Riferimento chiaro a Fedez e Chiara Ferragni. Una battuta anche sul ddl Zan: «Mi viene da pensare che Enrico Letta, sotto sotto, questa legge voglia affossarla. Così poi darà la colpa a Renzi, ed eviterà lo scontro aperto con il Vaticano». La legge sull’omotransfobia, così com’è, è spacciata secondo Giachetti: «Se i numeri non ci sono, la mediazione, rinunciando a qualcosa, diventa indispensabile. Pensiamo alle unioni civili: rinunciammo al diritto alle adozioni per far passare una legge sacrosanta. Continuare a piantare bandierine politiche senza fare i conti con la realtà, non solo è inutile, ma controproducente».