Roberto Giachetti voterà sì ai Referendum sulla Giustizia. Lo ha annunciato in un’intervista a Il Tempo, spiegando anche le ragioni per cui è importante fare questa scelta. «Occorre votare sì perché è l’unico modo per sollecitare una vera riforma della giustizia in senso garantista». A tal proposito, il deputato di Italia Viva rimprovera i colleghi. «Le vere riforme non sono state realizzate perché la politica è stata sotto scacco, sotto ricatto, da un lato della magistratura, dall’altro dell’informazione». Pur ritenendo tutti e cinque i quesiti importanti, per Giachetti quello di particolare rilevanza è sulla custodia cautelare. «La carcerazione preventiva è la fotografia di ciò che non va in questo Paese». Giachetti cita la Costituzione, secondo cui tutti sono non colpevoli fino a sentenza definitiva e nessuno può essere sottoposto a custodia cautelare prima dell’eventuale condanna, se non in casi eccezionali.



«Noi, però, abbiamo un terzo dei detenuti, in carceri peraltro sovraffollate, in attesa di giudizio, di primo o di secondo grado, ed una parte consistente di costoro sarà giudicata innocente. Sono mille, inoltre, le persone che ogni anno vengono risarcite per ingiusta detenzione: ditemi voi se sono poche». Riguardo il quesito del Referendum sulla Giustizia sulla separazione delle funzioni, Giachetti usa una metafora calcistica. «Quando ci sono due squadre che giocano, quelle del pubblico ministero e della difesa, l’arbitro non deve andare nello spogliatoio dell’una o dell’altra squadra, ma deve avere un proprio spogliatoio».



GIACHETTI “PD E M5S BLOCCANO RIFORME GIUSTIZIA”

Il quorum però rischia di penalizzare i Referendum sulla Giustizia, così come la tendenza della politica a non prendere una posizione. «Il riflesso di tutto questo lo si vede nel segretario di un partito che si chiama democratico, Enrico Letta, che non appena i quesiti sono stati presentati ha manifestato subito la sua contrarietà, sostenendo che i referendum sono un modo per buttare la palla in tribuna», attacca Roberto Giachetti. Ma nell’intervista a Il Tempo spiega perché non c’è da stupirsi: «Il Pd è subalterno al Movimento 5 stelle ed alla sua impostazione giustizialista». Riguardo la riforma Cartabia, invece, rende merito alla ministra della Giustizia per aver ribaltato l’approccio rispetto al predecessore, Alfonso Bonafede. Il problema, però, per il deputato di Italia Viva è che l’alleanza Pd-M5s «ha comunque creato un blocco che ha impedito di procedere con le riforme, a cominciare dalla prescrizione fino alla presunzione d’innocenza, passando per l’ergastolo ostativo e per il disegno di legge delega Cartabia, ora all’esame del Senato». Su quest’ultimo provvedimento, Giachetti spiega che ci sono più aspirazioni che interventi strutturali. «Nel Partito democratico, a prevalere è una impostazione giustizialista al solo scopo di andare d’accordo con il Movimento5 stelle».

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