SVOLTA NELLA LATITANZA DI GIACOMO BOZZOLI: AVVISTATO IN UN HOTEL DI MARBELLA A FINE GIUGNO
Potremmo essere ad una prima vera svolta dall’inizio della latitanza di Giacomo Bozzoli, condannato lo scorso 1 luglio 2024 dalla Corte di Cassazione in via definitiva per l’omicidio dello zio Mario Bozzoli avvenuto la sera dell’8 ottobre 2015: secondo quanto rivela “Il Giornale di Brescia”, il 39enne sarebbe stato ripreso da un video di un hotel resort a Marbella in Spagna.
La data del filmato risalirebbe al 30 giugno 2024, dunque il giorno prima della condanna e della effettiva latitanza di Giacomo Bozzoli: se fossero confermate le immagini della videosorveglianza spagnola, sarebbe la prima vera prova reale dopo la testimonianza della receptionist del medesimo resort di Marbella che alla Polizia spagnola aveva raccontato di aver riconosciuto il bresciano condannato per l’omicidio dello zio imprenditore.
COSA SUCCEDE ORA: L’ATTESA DEL VIDEO E LE INDAGINI CHE PROSEGUONO SU BOZZOLI LATITANTE
L’iter formale giuridico prevede ora l’invio del filmato direttamente alla Procura di Brescia che ha già fatto pervenire la richiesta di acquisizione integrale delle immagini: resta tutto quanto vi abbiamo raccontato in questi giorni, ovvero indiscrezioni, ipotesi ma nessuna prova certa di dove sia stato Giacomo Bozzoli nelle settimane successive alla condanna della Cassazione. Se però il filmato fosse verificato come pare dalla Polizia di Marbella, quantomeno si avrebbe un punto di partenza solido da cui ricominciare le indagini su Bozzoli latitante.
Nel frattempo l’Interpol – che da giorni coordina la rogatoria della magistratura di Brescia sulle ricerche – ha esteso l’area di indagine anche in Sud America, dove Bozzoli potrebbe essersi rifiguato sotto falsa identità dopo a questo punto il passaggio in Spagna dal resort di Marbella. Ricordiamo che l’uomo, sui cui la moglie conferma di non ricordare nulla dopo il rientro in Italia, è stato condannato in via definitiva per l’omicidio di Mario Bozzoli e per aver aver incenerito il cadavere nell’altoforno dell’azienda di famiglia nel Bresciano.