La fuga di Giacomo Bozzoli è diventata solitaria, perché la compagna Antonella Colossi e il figlio sono tornati in Italia. Stando alle informazioni finora emerse, mentre gli investigatori stanno dando la caccia all’uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio dopo la sentenza della Cassazione, mamma e figlio sono rientrati dalla Spagna con un viaggio in treno con destinazione Brescia. A dare la notizia ai carabinieri del ritorno della compagna di Giacomo Bozzoli col figlio sono stati gli stessi genitori della donna dopo il rientro nella loro abitazione.



Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, che citano fonti giudiziarie, la compagna di Giacomo Bozzoli, essendo legata sentimentalmente a lui, non dovrà rispondere dell’accusa di favoreggiamento, ma sarà comunque ascoltata dai carabinieri, anche per verificare l’ipotesi del depistaggio, visto che è stata accertata la presenza in Spagna, dove ora si stanno concentrando le ricerche. Nelle prime ore del mattino del 24 giugno la Maserati di Bozzoli era stata registrata nella zona della provincia di Brescia, ma non era lui al volante, visto che dal 20 al 30 risulta registrato in Spagna.



LA FUGA DI GIACOMO BOZZOLI E L’IPOTESI DEL DEPISTAGGIO

La famiglia aveva, infatti, trascorso dieci giorni in Spagna, in un albergo di Marbella: il documento dell’imprenditore di 39 anni risulta registrato dal 20 al 30 giugno, poi il giorno della condanna definitiva è sparito dai radar, ma in un altro albergo della stessa città è risultato registrato solo il passaporto di Antonella Colossi. In virtù di tutto ciò, chi era al volante dell’auto di Giacomo Bozzoli il 24? Se lo chiedono gli inquirenti che stanno cercando di ricostruire gli spostamenti dell’uomo che avrebbe lasciato l’Italia 10 giorni prima della sentenza.



Sono in corso le verifiche in Spagna tramite l’Interpol, che è stata attivata dopo che è stato spiccato un mandato di arresto internazionale nei confronti di Bozzoli. Bisogna verificare se sia stato lui stesso a fornire il documento in albergo nei giorni che hanno preceduto la sentenza definitiva. Considerando che il passaporto di Giacomo Bozzoli è scaduto, deve aver fornito la carta d’identità, poi trasmessa dalla struttura alberghiera alle forze dell’ordine, come prevede la prassi, e inserita nei database delle polizie europee.