Giacomo Bozzoli resta libero: il 37enne imputato per l’omicidio di Mario Bozzoli, lo zio titolare della fonderia di Marcheno (Brescia) scomparso nel 2015 e mai ritrovato, non andrà in carcere nonostante la condanna in primo grado all’ergastolo emessa dalla Corte d’Assise poche ore fa. L’uomo è stato ritenuto responsabile del delitto, ma a suo carico, alla luce del processo indiziario, non sarebbe stata disposta la carcerazione. Un provvedimento che, riporta Il Corriere della Sera, scatterà in caso di verdetto definitivo in Cassazione.



La svolta nelle indagini sulla morte di Mario Bozzoli, per cui unico imputato è il nipote Giacomo Bozzoli, figlio del fratello della vittima Adelio, sarebbe avvenuta all’esito di un esperimento condotto sui forni della fonderia di Marcheno in cui, in sede di inchiesta, non furono trovate tracce della vittima. Usando la carcassa di un maiale, i periti avrebbero dimostrato come sarebbe stato possibile distruggere completamente il corpo senza produrre residui rilevabili in fase di analisi scientifiche. Giacomo Bozzoli, visibilmente scosso e sorpreso, ha accolto la sentenza di primo grado emessa a suo carico continuando a dirsi estraneo all’omicidio. Questa fase processuale, riporta Ansa, si sarebbe conclusa con un’altra svolta: dopo 7 anni, per accertare eventuali altri profili di responsabilità, la Corte avrebbe inviato gli atti alla Procura perché si valutino le posizioni di tre persone: il fratello di Giacomo Bozzoli, Alex, per il reato di falsa testimonianza, Aboagye Akwasi, operaio presente la sera del delitto (l’8 ottobre 2015), per l’ipotesi di favoreggiamento,Oscar Maggi, altro operaio in servizio quel giorno che, per i giudici, dovrebbe essere valutato in merito all’ìpotesi di concorso in omicidio.



Giacomo Bozzoli non va in carcere nonostante l’ergastolo per l’omicidio di Mario Bozzoli

La sentenza di primo grado a carico di Giacomo Bozzoli è arrivata il 1° ottobre scorso, 7 anni dopo la scomparsa dello zio Mario Bozzoli – titolare della fonderia di Marcheno con il padre dell’imputato e fratello della vittima, Adelio Bozzoli -, ma nonostante l’ergastolo il 37enne non andrà in carcere. Lo spiega Il Corriere della Sera, secondo cui l’uomo, accusato di aver ucciso l’imprenditore e di averne distrutto il corpo in uno dei forni della fabbrica, resterà a piede libero fino alla Cassazione. Fino a che la giustizia si pronuncerà in via definitiva sulla sua posizione di imputato.



Si tratta di una situazione che deriva da quanto previsto dall’ordinamento giudiziario italiano. Giacomo Bozzoli sarebbe tornato a casa dopo aver incassato il massimo della pena in Corte d’Assise a Brescia, per una serie di motivi. A suo carico, nonostante ingagato per anni, non è mai scattata alcuna misura cautelare e, nell’evidenza che si tratti di un procedimento di carattere indiziario, l’accusa non ha chiesto alcun provvedimento restrittivo. L’arresto scatterebbe in caso di condanna definitiva. Su Giacomo Bozzoli non sussisterebbe attualmente il rischio di reiterazione del reato né il pericolo di inquinamento probatorio o quello di fuga. Poche ore fa, il padre Adelio Bozzoli, riporta ancora Il Corriere, avrebbe commentato così la sentenza: “Non mi aspettavo una cosa del genere, ma una assoluzione“.