Uno straordinario ritrovamento è avvenuto alla Biblioteca Nazionale di Napoli e Giacomo Leopardi ne è il protagonista. E’ stato ritrovato un suo manoscritto, inedito e dimenticato. Si tratta di un quadernetto di suoi appunti, molto probabilmente risalente al 1814, quando Giacomo Leopardi era poco più che 16enne. E’ un piccolo quaderno formato da 4 mezzi fogli, ripiegati nel mezzo per un totale di 8 facciate. Su ogni lato sono presenti una lunga e fitta lista alfabetica di autori antichi e tardo antichi, ognuno dei quali, seguito da una serie di riferimenti numerici.
Il manoscritto giovanile di Giacomo Leopardi, era passato inosservato e finora rimasto inedito. Lo scritto è stato ritrovato e analizzato da Marcello Andria e Paola Zito che ne hanno curato la pubblicazione per i tipi di Le Monnier Università nel volume “Leopardi e Giuliano imperatore“. Un appunto inedito dalle carte napoletane. Il manoscritto di Giacomo Leopardi verrà presentato a Napoli alla Biblioteca Nazionale, presso la Sala Rari, il 3 maggio 2022, alle ore 16. Interverranno: Maria Iannotti, Giulio Sodano, Francesco Piro, Rosa Giulio, Silvio Perrella, Lucia Annicelli.
Giacomo Leopardi, già da giovanissimo era uno studioso acuto e curioso
Sulle colonne dell’Agi è stato riportato che Giacomo Leopardi era un: assiduo frequentatore della biblioteca paterna e che soltanto l’anno prima (1813) ha cominciato a studiare il greco da autodidatta. L’autografo di Giacomo Leopardi, ci mostra come già da giovanissimo era già uno studioso acuto e curioso.
Richiami all’opera dell’imperatore filosofo neoplatonico ricorreranno anche in seguito nell’opera leopardiana: in particolare nelle Operette morali e nello Zibaldone, in alcune esercitazioni di carattere filologico. Il volume approfondisce il senso del binomio di Giacomo Leopardi e l’Apostata, in una prospettiva interdisciplinare attraverso i saggi di Marcello Andria, Daniela Borrelli, Maria Luisa Chirico, Maria Carmen De Vita, Stefano Trovato, Paola Zito che conducono le loro riflessioni sul piano storico, filosofico dal IV secolo d.C. all’Illuminismo e oltre, nonchè sul piano filologico indagando nelle pieghe di un tessuto lessicale e concettuale denso e significativo.