“Prima di iniziare voglio dire che io dirò solo la verità. Io sono innocente. E dirò solo la verità“. Così in aula Giacomo, nipote di Mario Bozzoli, imputato per omicidio volontario con premeditazione e distruzione di cadavere dell’imprenditore, suo zio, scomparso dalla fonderia di Marcheno l’8 ottobre 2015. Nel processo in corso a Brescia, come testimoniato dalle immagini mandate in onda da Quarto Grado, Giacomo ha dichiarato: “Ho iniziato a lavorare iniziato in azienda con mio padre e mio zio nel 2007. Ho fatto la gavetta nel vero senso della parola, mio zio Mario mi ha insegnato a fare le leghe di ottone, bronzo ed alluminio. Inizialmente prendevo 2/3mila euro (al mese, ndr), infine siamo arrivati ai 6.500 euro netti al mese“. Si è parlato anche del sistema di sorveglianza presente all’interno della fonderia: “Non è articolato con algoritmi da astronauta“. Il giudice lo ha invitato a non fare ironia, ma Giacomo Bozzoli ha replicato che i media c’hanno ricamato: “Bastava schiacciare il tasto della telecamera e poi col joystick si poteva giostrare. Quella della fonderia era lì da un bel pezzo, era sempre stato mio zio a puntarla verso gli spogliatoi perché aveva il sospetto, che poi si è rivelato tale, che gli operai rubavano oltre agli euro anche i materiali. E poi c’è un’altra telecamera che bisogna spiegarlo una volta per tutte: hanno detto che era puntata su rottami di scarsa qualità. L’ha puntata mio zio perché lì c’era del rame e lui sospettava che gli operai entrassero dalla porta e rubassero 10-20 kg di rame che costava 8 euro al kg“.
Giacomo, nipote Mario Bozzoli: “Il suicidio dell’operaio Ghirardini è stato strano”
Ma Giacomo Bozzoli si è fatto qualche idea sui motivi della sparizione dello zio? Queste le sue parole in aula: “Nella immediatezza le prime cose erano che avesse avuto un malore, che fosse stato sequestrato o che siccome gli piacevano delle donne che fosse magari scappato per qualche giorno con qualche donna. Ma altre ipotesi non sapevo dire“. Il presidente della giuria a questo punto interviene e osserva chome le donne piacciano a tutti: “Lei avrebbe fatto su qualsiasi persona questa ipotesi o aveva un motivo per farla su Mario?“. Risposta: “So che gli piacevano le donne come piacciono a tutti, ma si sapeva che gli piacevano, punto, ma niente di ché”. Importante, nella sua deposizione, questo passaggio: “L’unico sospetto che ho avuto, che mi ha fatto rimanere un po’ perplesso, è stato quando l’operaio Ghirardini si è suicidato. Non so per quale motivo lo abbia fatto, però ci ha fatto rimanere un po’ perplessi questa cosa. Io non sto accusando Ghirardini di aver fatto del male a qualcuno, sto dicendo che sono rimasto perplesso, che è diverso. Mio zio sparisce l’8 di ottobre e l’operaio dopo quattro giorni viene trovato suicida. Loro erano in cattivi rapporti? Sì, lo confermo, da parte di entrambi. Se lei mi chiede una spiegazione non so darla, però sono rimasto perplesso, è una cosa strana“.