La storia di Giacomo Perini, giovane classe 1996, è da brividi e applausi al tempo stesso e la trasmissione “Nuovi Eroi” ha deciso di dedicare uno speciale alle vicende di un giovane che ha fatto della forza d’animo e della fiducia nei propri mezzi un vero e proprio stile di vita. Inizialmente, Giacomo era un bambino molto chiuso e introverso, tanto che il pediatra disse di non mandarlo all’asilo, perché non era pronto a buttarsi nella mischia, anche per via dei suoi ritardi nel linguaggio. Spesso veniva preso in giro dai suoi coetanei e si dedicava alla pratica di attività sportive come nuoto e tennis per socializzare.



Poi, alle medie, conobbe una ragazzina, sua compagna di banco, che faceva equitazione, e “ogni lunedì, dopo un concorso, disegnavamo tutto il percorso della gara precedente, finché ho detto ai miei genitori che volevo cavalcare”. In quel mondo Giacomo si trovava a suo agio e quando usciva da scuola trascorreva tutto il resto del giorno al maneggio: era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene. Riuscì anche a interagire da subito con i ragazzi che erano a lezione con lui. “Ho vissuto l’età adolescenziale in modo diverso. Non uscivo con le ragazze e con i miei amici, non è mai stato questo il primo pensiero. Ero disposto a qualunque sacrificio, volevo diventare un atleta professionista”.



GIACOMO PERINI: LA SCOPERTA DEL TUMORE

Purtroppo, però, durante un pomeriggio del 2014, all’ultimo anno del liceo (era un mercoledì di fine settembre), Giacomo Perini cadde improvvisamente perché il ginocchio cedette. Rialzandosi, non riusciva ad appoggiare la gamba e aveva la vista annebbiata. “Ho cercato di non perdere i sensi, ma lo spaesamento e la confusione erano tanti. Avevo dei grossi lividi, un femore spezzato. Pensavano mi avesse fatto male un cavallo, ma la situazione non convinceva molto i medici”.

Fu così mandato a Bologna, in un centro specialistico, dove un’oncologa gli comunicò senza troppi giri di parole che aveva un osteosarcoma alla gamba destra e che avrebbe dovuto iniziare la chemioterapia. Per molti minuti c’è stato silenzio nella stanza presso la quale si trovava, interrotto da un pianto liberatorio per esternare le emozioni negative suscitate da quella notizia. “Perché proprio a me? In quel momento della mia vita i piani erano ben definiti, l’equitazione sarebbe diventata di lì a poco un lavoro. È stata una doccia gelata”.



GIACOMO PERINI E L’AMPUTAZIONE

Giacomo Perini iniziò così la chemioterapia: “Stavo male vomitavo, mi caddero i capelli e iniziai a ingrassare. Non mi riconoscevo più”. Nonostante le difficoltà, torna a scuola in sedia a rotelle e supera la maturità, ma il medico, durante un controllo, gli disse che l’equitazione avrebbe potuto seguirla soltanto in tv. Assorbito il colpo, Giacomo si iscrisse a Scienze Politiche con l’idea di lavorare nel sociale, ma una mattina, vestendosi, sentì un bozzo dietro al ginocchio destro: la malattia era tornata. Fu Ricoverato d’urgenza e operato, ma per via di un’infezione aggressiva assunse antibiotici per molti mesi.

La sua gamba era mangiata letteralmente dall’infezione stessa e gli provocava un dolore perenne. Di fronte all’ennesima diagnosi di recidiva, gli furono prospettate due opzioni: l’ennesima operazione toppa oppure l’amputazione della gamba. “All’inizio quest’ultima non l’ho presa nemmeno in considerazione… A 21 anni come fai a vivere senza una gamba, a camminare senza una gamba, a tenere la mano a una ragazza senza una gamba? Poi andai in terrazza, ascoltai la musica, piansi, cantai e ballai. Capii allora quale fosse la scelta giusta: andai dal mio oncologo e gli chiesi di amputare la gamba, che ormai era un peso, un macigno”. Superato l’intervento, Giacomo Perini è tornato allo sport: non più l’equitazione, certo, ma il canottaggio, entrando nel 2017 nella Nazionale paralimpica italiana e nel dicembre 2019 è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.