Enrica Bonaccorti, in studio a Storie Italiane, ha espresso la sua vicinanza a Giada Vitale, lei che era stata abusata quando era una bambina: “Sentendo il suo racconto ho sentito e riprovato quando anche io sono stata molestata – le parole della nota attrice – uno si irrigidisce, cosa ne sa, tutto questo ti rimane dentro, lo devi guardare da fuori, io non ho mai partecipato ad un #metoo, non so, sono un’anziana, sono di un’altra epoca, all’epoca mia non si denunciava nessuno, ma anche adesso trova poca differenza rispetto a prima, non capisco perchè non si riesca ad andare avanti”.



Eleonora Daniele chiede quindi alla Bonaccorti se ne avesse parlato all’epoca con i genitori e lei ha spiegato: “Ma per carità! Spesso le persone che ti molestano sono molto vicine alla famiglia, altrimenti se no non ci rimarresti vicino, ma questo purtroppo accade”. A complicare ulteriormente la situazione, il fatto che spesso e volentieri i compaesani delle vittime, invece di difendere la stessa, l’attaccano, così come accaduto a Giada Vitale: “Se si sentisse da parte della cittadinanza che c’è una condanna sociale forte – aggiunge la Bonaccorti – forse anche i violentatori si bloccherebbero”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GIADA VITALE, ABUSATA DA SACERDOTE: “MIO CASO ABERRANTE E CREA UN GRAVE PRECEDENTE”

Giada Vitale, giovane che è stata abusata dal sacerdote don Marino Genova quando aveva 13 anni, abuso per cui lo stesso è stato condannato per più di 4 anni, era presente stamane a Storie Italiane, programma in diretta su Rai Uno: “Mia madre inizialmente è stata incredula – le sue prime parole – ero davvero arrabbiata nei suoi confronti, ma ho capito col tempo che è una situazione non facile visto che si trattava di una persona verso cui tutti avevano fiducia”.

Quindi Giada Vitale ha raccontato la sua storia, esternando tutta la sua amarezza: “Il problema che mi preoccupa è che il mio caso crea un precedente aberrante, è un caso unico in Italia. Se la tesi della Procura è corretta, questo vuol dire che è corretto sostenere che una ragazzina di 14 anni ha espresso libero consenso ad un uomo di 55 anni e che lui può abusare di lei con il consenso della legge, trovo sia una cosa gravissima, comportamento dei magistrati disgustoso”. E ancora: “I fatti sono iniziati quando avevo 13 anni quindi il fascicolo dove essere uno, e non diviso durante le indagini, è incomprensibile perchè hanno diviso il fascicolo, la legge dice anche che in caso di pubblici ufficiali l’età del consenso sale”.



GIADA VITALE: “MI FA ARRABBIARE IL FATTO CHE ALTRI TRIBUNALI…”

Il problema è che Giada Vitale è stata giudicata non consenziente fino a che non ha compiuto i 14 anni, dopo di che la stessa giovane sarebbe stata appunto giudicata consenziente. “Quello che mi fa arrabbiare tantissimo è quando sento altri tribunali che hanno un atteggiamento diverso. Recentemente un 16enne era stato abusato, e il prete è stato messo ai domiciliari con il capo d’imputazione di violenza aggravata e a me questo non è successo”. L’avvocato di Giada Vitale, anch’egli in studio: “Vi è l’esigenza di inasprire le sanzioni e un problema di applicazione. Nel caso di Giada bisognava partire con il reato di violenza sessuale”.