Tra le molteplici circostanze anomale che hanno portato gli inquirenti a sospettare di Andrea Favero dopo la morte di Giada Zanola, precipitata giù dal cavalcavia sull’A4 a Vigonza (Padova), c’è il fatto che sia stato trovato in casa a dormire. Se fosse stato davvero suicidio, allora avrebbe dovuto chiedere aiuto, altrimenti perché avrebbe dovuto lasciare la fidanzata di notte nei pressi di un cavalcavia? Quando è stato ascoltato per la prima volta, gli agenti hanno notato le escoriazioni sulle sue braccia, mentre crescevano le contraddizioni nella sua versione.



Nell’interrogatorio è emerso poi un quadro indiziario che ha spinto gli inquirenti a ritenerlo il principale sospettato per omicidio volontario aggravato. Da tempo la coppia viveva da separati in casa e pare che lei avesse simpatie per un altro uomo, che lavora nello stesso distributore di carburante dove la vittima doveva cominciare a lavorare. Nel movente rientrano anche motivi economici e le nozze per il 21 settembre annullate: in realtà dovevano sposarsi domani, poi avevano rinviato il matrimonio a settembre e lei alla fine aveva deciso di annullarlo.



LE LITI, I TIMORI DELLA VITTIMA E LE RISPOSTE CHE DOVRÀ DARE L’AUTOPSIA

Le liti erano ormai quotidiane, caratterizzate anche da atteggiamenti violenti dell’uomo, di cui Giada Zanola aveva paura, infatti a un’amica aveva confidato proprio ciò e, come riportato dalla Stampa, di temere che potesse drogarla. «Ho paura che Andrea mi avveleni». L’avrebbe pure minacciata di far circolare video dei loro momenti intimi. Ma Giada Zanola era viva prima precipitare giù dal cavalcavia? Tra i tanti aspetti da chiarire c’è, infatti, sia stata stordita prima di essere lanciata giù dal ponte: solo l’autopsia chiarirà se sia stata colpita prima della sua morte, anche perché il cavalcavia è protetto da una rete di protezione che è alta due metri.



Le telecamere presenti sul cavalcavia mostrano l’auto mentre torna a casa quando la donna era già stata investita da un camion che transitava sull’autostrada. Potrebbe essere stata trascinata lì giù senza vita o forse era stata stordita con qualche sostanza: lo chiariamo l’autopsia, appunto, ma nel minuto e mezzo in cui il veicolo è fermo sul cavalcavia la donna era con Andrea Favero.