OMICIDIO GIADA ZANOLA, LA CONFIDENZA ALL’AMICA

Andrea Favero avrebbe stordito Giada Zanola per provare ad avere un altro figlio: la 33enne di Vigonza (Padova) aveva confessato il sospetto a un’amica ad aprile, un mese prima di morire precipitando da un cavalcavia. Aveva avuto un malore, quindi aveva vomitato e aveva perso del tutto conoscenza per un giorno dopo aver bevuto un cocktail che le era stato preparato dal compagno. All’amica via WhatsApp raccontò di essere stata anche violentata da lui perché voleva un secondo figlio. La sera prima di morire aveva scritto all’amica di sentirsi fiacca e di non vedere bene, ma quando l’amica le ha risposto era troppo tardi.



La mattina dopo Andrea Favero riferì di non sapere dove fosse finita la fidanzata, anzi scrisse un messaggio alla donna rimproverandola per non averlo neppure salutato. Agli inquirenti riportò anche dei tentativi di suicidio in passato di Giada Zanola, che potrebbe rappresentare la base della sua linea difensiva, del resto la sua confessione per legge non vale.



Prima di approfondire questo aspetto, è bene precisare che i risultati dell’esame tossicologico hanno mostrato la presenza di benzodiazepine nel sangue, una sostanza che non era stata prescritta alla donna. Da qui il sospetto che l’omicidio sia stato premeditato, anche alla luce delle confidenze fatte dalla vittima prima di morire.

ANDREA FAVERO, LA CONFESSIONE INUTILIZZABILE

Andrea Favero, da oltre tre mesi in carcere per l’omicidio di Giada Zanola, dopo una serie di dichiarazioni vaghe e confuse, il 29 maggio ebbe un crollo e confessò di aver ucciso la donna da cui ha avuto un figlio di 3 anni. Ma era senza avvocato e il pm non era presente, quindi quelle dichiarazioni non hanno valore a livello processuale, ma sono state utili per l’ordinanza di misura cautelare. Infatti, la gip Laura Alcaro ha riportato la trascrizione della confessione e la ricostruzione delle ultime ore della 33enne.



Stando a quanto riportato dal Corriere, l’uomo raccontò che aveva avuto un rapporto consenziente con la compagna e che la donna lo aveva poi minacciato di portargli via il figlio e che gliel’avrebbe fatta pagare. Quindi, si sarebbe allontanata di casa dirigendosi verso il cavalcavia, invitandola a salire in auto, dove poi sarebbe proseguita la lite, tanto che la coppia sarebbe scesa dall’auto e si sarebbe avvicinata al parapetto.

Di fronte all’ennesima minaccia, Andrea Favero avrebbe perso lucidità e avrebbe afferrato la fidanzata alle ginocchia, facendola precipitare e gettando poi la borsetta che era rimasta a terra. Durante la confessione l’uomo avrebbe incolpato la compagna di averlo provocato al punto tale da fargli perdere la testa, d’altra parte, tre ore dopo ritrattò tutto davanti al pm, tornando a riproporre la versione del ritorno a casa senza sapere cosa fosse successo a Giada Zanola.