Da chi è composta la Gialappa’s Band?
La Gialappa’s Band tornano in tv nel nuovo show “Michelle Impossible” di Michelle Hunziker. Il trio comico composto da Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci devono la loro grande popolarità a programmi cult come “Mai dire gol” e successivamente “Le Iene”. I loro commenti fuori campo sono diventati nel corso degli anni dei cult per milioni di telespettatori, ma in pochi sanno da dove deriva il loro nome. Per chi non lo sapesse il nome del trio deriva dal termine gialappa (Ipomoea purga): si tratta di una pianta floreale messicana dal cui tubero si estrae un lassativo per cavalli. Nel 1985 iniziano la loro carriera partecipando al programma “Bar Sport” di Radio Popolare e non si sono più fermati. Iniziano le prime esperienze in tv e il loro primo tormentone “Mai dire Banzai” nato dal film “Mai dire mai” di James Bond con Sean Connery.
Il trio voleva realizzare un programma sul Giappone e pensò di capire il titolo del film aggiungendoci il termine Banzai. Il Mai dire diventa il loro cavallo di battaglia con il trio che alla stampa raccontava: “tutti quanti cambiano i titoli e rifanno lo stesso programma. Noi invece facciamo programmi sempre diversi e allora teniamo il titolo uguale”.
Gialappa’s Band e il successo: “nessuno ci rompe le balle con i selfie, gli autografi”
La popolarità della Gialappa’s Band raggiunge il culmine con programmi cult come “Mai dire goal”. Proprio il trio, intervistato dal Corriere della Sera, hanno rivelato su cosa si basa la loro comicità. “Il presentatore che fa o dice una minchiata e noi che gli diciamo: ‘Ma cosa stai dicendo, pirla!'”- ha raccontato il trio comico che ha lavorato con grandi nomi della tv italiana incontrando però anche delle difficoltà. Tra questi con Gioele Dix: “ha una comicità intelligente, raramente dice caz**te”. L’attore, infatti, ru rimpiazzato da Claudio Bisio a Mai dire gol come ricordano: “se c’è uno che sa fare il cog**one meravigliosamente è Claudio”.
Dopo 35 anni di successo in tv, la Gialappa’s Band ha ancora un sogno nel cassetto: commentare il Festival di Sanremo. “Hai miliardi di cose da prendere per il cu*o lì. E dissacrare il mostro sacro che fa ascolti allucinanti, con tutta l’Italia ferma, è davvero bello. Ci piacerebbe anche partecipare fuori campo ad un talk show politico, tipo Di martedì o Cartabianca. Disturbare veramente i politici, perché non lo si fa quanto si dovrebbe. E poi commentare i Mondiali e gli Europei. Quello lo faremmo fino a novant’anni” – ha detto il trio che nonostante la grande fama e popolarità ha sottolineato – “nessuno ci riconosce, però nessuno ci rompe le balle con i selfie, gli autografi. Ci va benissimo così”.