Poche ore fa si è concluso lo sgombero dell’abitazione di Sarno in cui viveva Grazia Prisco, l’anziana trovata morta in un bosco a Baiano (Avellino) cinque giorni dopo la scomparsa avvenuta a seguito di un’uscita con un amico in Apecar. I parenti della donna, come riportato da Pomeriggio Cinque, hanno pulito la casa dai cumuli di rifiuti e oggetti che ne occupavano ogni angolo, ma anziché trovarvi tracce del presunto “tesoretto di cui tanto si è parlato, vi avrebbero scoperto qualcosa di strano. Tra l’immondizia, nell’abitazione in cui Grazia Prisco viveva in affitto sarebbe stato scoperto un importante quantitativo di documenti, in particolare di fotocopie di carte di identità, che però non apparterebbero a lei.



A raccontarlo è stato lo stesso proprietario di casa davanti alle telecamere della trasmissione di Barbara d’Urso, sottolineando come tale ritrovamento sia singolare. La nipote di Grazia Prisco non ha dubbi: “Mia zia stava benissimo, non è morta per cause naturali ma è stata uccisa“. La donna, che sostiene che qualcuno potrebbe aver aggredito le disponibilità economiche dell’anziana e forse potrebbe averla assassinata per impossessarsi dei suoi presunti ingenti risparmi, ritiene inverosimile la versione dell’amico: “Su quella montagna qualcosa è successo, lui non ha chiesto aiuto e mia zia è rimasta da sola in quel posto. E lui questo non lo ha detto, era lucidissimo. Questa è la mia rabbia, che l’ha lasciata sola per cinque notti. Non so se le ha fatto del male, ma è come se lo avesse fatto“.



Giallo dell’Apecar: lo strano ritrovamento a casa di Grazia Prisco

La casa dove Grazia Prisco viveva fino al momento della scomparsa, avvenuta lo scorso 11 marzo, è stata sgomberata. Poco dopo il ritrovamento del cadavere dell’anziana, protagonista di un caso ancora avvolto nel mistero e noto alle cronache come il “giallo dell’Apecar”, le telecamere di alcune trasmissioni televisive avevano mostrato gli interni dell’abitazione di quella che sarebbe apparsa immediatamente come la vita quotidiana di una accumulatrice seriale. Rifiuti di ogni tipo, oggetti e buste sparsi ovunque, decine di bottiglie piene d’acqua sul pavimento, neppure un posto in cui sedersi. Così la casa dell’anziana si era presentata agli occhi degli stessi parenti e dei proprietari dell’immobile, scioccati dalle condizioni di quella residenza e ignari di come fosse stata riempita di centinaia di cose inutili.



Tra la spazzatura, sarebbero stati trovati numerosi faldoni contenenti tante fotocopie di documenti d’identità che non apparterrebbero a Grazia Prisco. Su quei fogli sarebbero impressi dati e generalità di almeno 60-70 persone diverse tra Roma, Latina e Pomezia. Perché l’anziana le custodiva in casa? Che cosa riguardano? Sono solo alcuni dei nuovi interrogativi che si sommano al giallo della morte di Grazia Prisco, ancora oggi avvolta nel mistero.