Succedono fatti strani, ma non nuovi. Due ragazzi americani, coinvolti in un oscuro affare di droga a Roma, uccidono un carabiniere in circostanze tuttora misteriose. Gli inquirenti scoprono che tutte le telecamere di sorveglianza del luogo dove è avvenuto il delitto non funzionavano. Tutte. Di solito, quando viene tirato fuori questo argomento, si avverte un gran sentore di bruciato.
A pochi giorni di distanza, muore in cella a New York Jeffrey Epstein, il miliardario accusato di avere organizzato un ingente numero di festini pedofili e con minorenni dei due sessi, per il piacere di amici altolocati e alcuni potenti della Terra. Ne viene annunciato il suicidio appena 24 ore dopo che 2.000 documenti dell’indagine a suo carico sono stati de-secretati, e dopo che si era dichiarato disposto a parlare in cambio di una consistente riduzione di una pena che avrebbe potuto essere di 45 anni. Secondo la versione ufficiale si sarebbe impiccato nonostante fosse sotto “suicide watch“, controllato a vista ogni mezz’ora, e senza nulla con cui potersi fare del male. Coincidenza sorprendente, anche in questo caso le telecamere sono risultate non funzionanti. La faccenda è talmente dubbia che persino la grande stampa comincia a porre delle domande, mentre Jim Carey twitta senza mezzi termini: “È un assassinio“.
Lo scandalo coinvolge nomi di primissimo piano, tra cui quello di Bill Clinton, che si scopre aver viaggiato circa 23 volte sul 747 di Epstein attrezzato a bordello di lusso, e quello del figlio della Regina Elisabetta, Andrea, assiduo frequentatore dell'”isola dell’amore” in cui si tenevano incontri particolari e festini, acquistata dal miliardario defunto nelle isole Vergini (che paradosso, il nome dell’arcipelago…). C’è quindi da ritenere più che probabile l’interessamento non solo dei Servizi americani, ma anche di quelli di tutto il mondo, Mossad in testa, data la nazionalità ebraica di Epstein che pure viaggiava, non si sa perché, con un falso passaporto austriaco.
Comprensibilmente terrorizzati all’idea di venire sbattuti in prima pagina come mostri pedofili, non è difficile immaginare che “quelli condannati a trattenere il respiro per un bel pò‘”, come ha scritto il Daily Mirror, stiano evidentemente cercando di gran corsa di cancellare tracce, cominciando con il testimone più pericoloso, e rischiando pure di far commettere errori a chi deve fare il lavoro sporco con una fretta disperata. Come minimo imbarazzanti le prime dichiarazioni: l’ultima news è che il detenuto si sarebbe impiccato con il lenzuolo agganciato al letto a castello (ma chi ne ha uno, sa che il letto superiore non supera l’altezza delle spalle di un adulto). Inoltre, chi è sottoposto a “suicide watch”, di norma non ha nemmeno il lenzuolo. Il mistero si infittisce quando qualcuno posta in rete un dettaglio dell’orecchio del cadavere portato via in barella con la testa semiscoperta: confrontandolo con una foto dell’orecchio di Epstein vivo, si fa davvero fatica a credere che sia della stessa persona. Quindi il suicida potrebbe anche essere un disgraziato sosia, ed Epstein trasferito chissà dove.
Sia come sia, 2.000 documenti dell’indagine stanno intanto diventando di dominio pubblico, mentre vengono scovate ovunque foto di Epstein con questo e con quello: foto fino a ieri apparentemente innocenti, ma che adesso assumono un significato ben diverso. Poi ci sono le ragazze, minorenni al tempo degli abusi e dei festini. che hanno cominciato a parlare e denunciare, così come collaboratori domestici, bodyguard, autisti, piloti, senza parlare di quello che si sta trovando nei pc sequestrati a Epstein. Sembrerebbe il solito scandalo a luci rosse, come ce ne sono stati tanti che hanno lambito anche alti livelli governativi di vari paesi. Ma questa volta è diverso. Innanzitutto perché il tanto vituperato Trump, che non avrebbe dovuto vincere le elezioni e invece le ha vinte, ha cominciato – da neofita dell’establishment governativo – a scontrarsi con il cuore del cosiddetto Deep State, una sorta di lobby segreta di carattere finanziario, militare, industriale e politico. Nessuno è mai riuscito a ridurlo nell’angolo, tutti quelli che ci hanno provato hanno fatto una brutta fine, basta pensare in primis a Kennedy. Ma intanto il clima nel Paese è cambiato: una recente ricerca ha dimostrato che il 68% degli americani, dopo tanti anni, ha seri dubbi su chi abbia realmente ucciso il Presidente che aveva suscitato tante speranze.
L’affaire del momento fa inoltre emergere anche gli stretti legami di Epstein con Larry Silverstein, il magnate ebreo che pochi mesi prima dell’11 settembre 2001 aveva comprato le Torri Gemelle, pur sapendo che data la presenza di amianto avrebbe dovuto sborsare poi 15 miliardi di dollari per bonificarle e ristrutturarle. Si è poi scoperto che, con preveggente e tempestiva prudenza, le aveva assicurate per 124 milioni di dollari, e anche contro atti terroristici. Un vero affare, visto che la demolizione non è avvenuta a sue spese, così come la successiva bonifica dei materiali pericolosi.
So bene che a toccare questi argomenti si viene immediatamente tacciati di essere complottisti, soprattutto se non ci si adegua alla versione ufficiale. E così me ne guardo bene. Anche perché la verità è già raccontata sempre più spesso e papale papale nelle serie TV. Che trattano storie di spionaggio ce ne sono tantissime, la più bella e famosa è certamente Homeland, mentre sugli intrighi del potere basta vedere The House of Cards. Guarda caso, ce n’è pure una assai recente intitolata proprio Deep State, prodotta dalla Fox (secondo il tam-tam dietro le quinte, uno dei membri della famiglia Murdoch sarebbe addirittura un agente del Mossad, quindi ci si può immaginare come la materia venga trattata…).
Come mai succede questo? Per un motivo molto semplice, spiegato nel famoso racconto di Edgar Alla Poe “La lettera rubata”, in cui tutti cercavano il nascondiglio della lettera e non lo trovavano. Perché era lì, incorniciata in un quadro, sotto gli occhi di tutti, e quindi invisibile. Il meccanismo delle serie TV è lo stesso: gli intrighi di potere, la sordida lotta tra Servizi regolari e Servizi deviati vengono presentati come fiction in TV. Come a dire: nella realtà queste cose che ti mostriamo mica succedono veramente, sono frutto di pura fantasia… Mentre proprio l’altro giorno, durante una conferenza stampa in occasione della sua prima apparizione dopo essere stato riabilitato, Kevin Spacey ha detto: “Il 99% di ciò che viene raccontato nelle serie TV è pura verità“. Del resto, l’interesse dell’Esercito e dei Servizi americani per il cinema, gli audiovisivi e la musica ha antiche e solide radici.
Pochi conoscono l’esistenza del Lookout Mountain Laboratory, situato in California nel Laurel Canyon, fondato segretamente dall’Esercito nel 1947, e dotato di uno studio di 100.000 metri quadrati completamente operativo, palcoscenici sonorizzati, sale di proiezione, laboratori di post-produzione cinematografica e persino di un avanzato reparto di animazione. Essendo un complesso militare, era dotato anche di un rifugio antiaereo, una piazzola per l’atterraggio degli elicotteri, due parcheggi sotterranei, ed era protetto da una recinzione elettrificata. Secondo i ricercatori di atlasobscura.com, il laboratorio ha prodotto 19.000 film tra il 1947-1969, 500 in più di quelli prodotti da Hollywood nello stesso periodo. Riferiscono inoltre che i militari hanno condotto molti esperimenti di ricerca avanzata per gli studi hollywoodiani, come lo sviluppo di tecniche 3D e Vista Vision. Anche i dipendenti di grandi major come la Warner Brothers e la MGM ci lavoravano spesso. Stelle di Hollywood come Walt Disney, Marilyn Monroe e persino Ronald Reagan hanno ottenuto un’autorizzazione speciale per utilizzare le strutture di Lookout Mountain, anche se il motivo delle loro visite non è mai stato rivelato.
Ma in Laurel Canyon si è sviluppato un altro fenomeno chiave per capire la recente storia americana: la nascita del movimento hippie e della musica correlata… e proprio su impulso dei Servizi. Suona molto strano, ma è così, e ne parleremo. Per tornare a Epstein, man mano che usciranno le notizie dalle 2.000 pagine de-secretate, proveremo a costruire l’ipotetica sceneggiatura di una storia che racconti la genesi della lotta tra Trump e il Deep State, scoprendo che si dovranno trattare argomenti scottanti come il pedo-satanismo, gli Illuminati, alcune sette segrete e persino Frank Zappa. Insomma, il giallo dell’estate.
(Continua. Si ringrazia il musicologo Marcello Piras per le preziose informazioni)