Il giallo in Polesine trova una svolta. A colpire la mamma alla tempia con una pistola sarebbe stato il figlio di 8 anni: avrebbe poi chiamato aiuto insieme al fratellino di 11 e il vicino sarebbe accorso in casa per chiamare il 112. Dopo circa 24 ore, la signora è morta in ospedale. Il vicino di casa ha parlato di un baule blindato dove teneva le armi: la pistola, presunta arma del delitto, sarebbe stata però fuori perché essendo solo in casa, voleva difendersi. Chi avrebbe tirato però il caricatore dell’arma? Sarebbe riuscito un bambino di solo 8 anni a farlo? E chi ha aiutato il piccolo a nascondere l’arma, poi ritrovata in un terreno vicino casa?



Secondo gli inquirenti, il bambino di 8 anni avrebbe preso l’arma dal vicino, anche se ancora restano dubbi sul come e dove, e avrebbe poi sparato alla mamma, caduta agonizzante al suolo fino all’arrivo del 112, qualche ora dopo, fino al trasporto in eliambulanza a Rovigo. Il padre, che dall’inizio aveva parlato di “incidente domestico” non credendo alla ferita d’arma da fuoco, avrebbe voluto proteggere i figli.



Giallo in Polesine: la pistola presa dal vicino di casa

Il vicino di casa della donna avrebbe tolto la pistola dal baule, mettendola in un cassetto, per difendersi da eventuali malintenzionati. Uno dei bambini, il più piccolo, avrebbe preso l’arma – probabilmente anche nei giorni precedenti all’omicidio – e sparato alla mamma. Restano ora da capire le responsabilità, quella del vicino, che avrebbe lasciato un’arma incustodita, e quelle del marito, che forse potrebbe aver “coperto” i figli, nascondendo l’arma.

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