Giampaolo Amato, ex medico Virtus di Bologna, è stato condannato all’ergastolo nell’ottobre scorso per il duplice omicidio della moglie, Isabella Linsalata, e della suocera deceduta appena 22 giorni prima, Giulia Tateo. Secondo l’accusa, le avrebbe avvelenate per poter vivere la sua relazione extraconiugale alla luce del sole.



Lui si è sempre detto innocente e a sostenerlo ci sono i due figli della coppia. Uno di loro, Nicola Amato, ha rotto il silenzio il 10 novembre con uno sfogo sui social, un lungo post per ribadire le sue certezze in merito all’estraneità del genitore ai reati contestati nonostante la pesantissima sentenza.

Giampaolo Amato condannato per l’omicidio di moglie e suocera, il figlio rompe il silenzio sui social

Il figlio di Giampaolo Amato è intervenuto su Facebook con un lungo messaggio in cui condensa tutta la sofferenza di questi ultimi anni, dalla perdita della nonna e della madre, Giulia Tateo e Isabella Linsalata, all’arresto e alla condanna del padre accusato di averle uccise con un mix di farmaci.



Il giovane ha ribadito di credere fermamente nell’innocenza del genitore, a suo dire responsabile soltanto di aver fatto soffrire moglie e figli con una relazione extraconiugale che avrebbe finito per distruggere il loro equilibrio di famiglia amorevole e unita. “Ora basta. Sono stato in silenzio per troppo tempo e sono arrivato al limite. Continuo a leggere articoli e sentire interviste di persone che si sono rese protagoniste in maniera esclusiva della nostra storia. Ma i racconti e i fatti riportati sono spesso e volentieri diversi da quelli che io ho vissuto (…)“. Nel mezzo, i sospetti della sorella di Isabella Linsalata che diede un impulso decisivo alle indagini sull’ex medico, suo ex cognato, condannato all’ergastolo in primo grado appena un mese fa.



Le parole del figlio di Giampaolo Amato: “Mio padre innocente, non lo abbandoneremo”

Nicola Amato e sua sorella, Anna Chiara, sostengono l’innocenza del papà Giampaolo Amato e il giovane ha precisato di avere “la testa sulle spalle” per riuscire a esaminare i fatti senza condizionamenti. Lo difendono a spada tratta anche dopo che la giustizia ha espresso una prima parola di colpevolezza a suo carico.

lo e mia sorella – si legge nel messaggio pubblicato online siamo rispettivamente un medico e un avvocato di 27 e 31 anni, capaci di intendere e di volere, non due soggetti interdetti (…). Sarebbe molto più semplice per noi aver creduto e credere che questa sentenza sia giusta e veritiera (…). Mio papà è un uomo colpevole sì, ma unicamente di aver gestito nel peggiore dei modi una relazione extraconiugale, e di aver fatto per questo soffrire incredibilmente me, mia sorella e mia mamma. Non riusciremo ad assolverlo per questo, ma non lo lasceremo in carcere tutta la vita (…). Come figli non lo abbandoneremo“.