Giampaolo Matrone, pasticcere di Monterotondo, è sopravvissuto alla tragedia dell’hotel Rigopiano, venendo estratto vivo dalle macerie a 62 ore di distanza dal dramma. Sua moglie, Valentina Cicioni, perse purtroppo la vita e l’uomo, nemmeno 40enne, convive oggi con un grande dolore e sta crescendo da solo la loro figlia. Ai microfoni de “Il Messaggero” ha confidato: “Sono sopravvissuto, sono marito e sono padre. Ho una bambina da crescere e, dopo quel giorno, anche tante difficoltà fisiche, ma soprattutto mentali. Ora sono stanco. Se fossi solo sarebbe diverso, ma ho una figlia e ha diritto ad essere felice. Lei non vuole sentire parlare di Rigopiano, perché ogni volta mi vede nervoso, agitato”.



In questi mesi Giampaolo Matrone è stato male, “è stato forse il periodo più duro. Sono stato sempre in prima linea, ma gli ultimi giorni sono come un vortice che non si ferma. Il dolore più grande è nella testa. Ma io devo vivere anche per mia moglie che non c’è più: sono un tipo che vuole vincere sempre e insieme con gli altri vincerò anche questa battaglia”.



GIAMPAOLO MATRONE, SOPRAVVISSUTO ALLA TRAGEDIA DI RIGOPIANO: “CONTINUO A ESSERE UN BUON UOMO”

Successivamente, sulle colonne de “Il Messaggero”, Giampaolo Matrone ha asserito: Quando ho dovuto ascoltare le parole degli avvocati difensori degli imputati è stata la cosa più dura. Hanno detto cose fuori del mondo, hanno definito gli imputati eroi. Hanno detto che stanno attraversando una tragedia simile alla nostra. Mi ha fatto molto male. Oggi voglio essere sereno. Sto scaricando ansia ed emozione. Sono sempre stato negativo nei confronti dello Stato, dei pm, dei giudici”.



A sei anni di distanza dalla tragedia di Rigopiano, Giampaolo Matrone dice di continuare a essere “un buon uomo, credo di esserlo, un buon padre e un buon marito. A mia moglie vorrei dire: ‘Tutto quello che ho fatto in questi anni l’ho fatto per te, nel bene e nel male. Tutto quello che farò lo farò per te e per nostra figlia, che è la cosa più bella che tu m’hai lasciato'”.