Una fetta importante del cinema italiano è entrata oggi nello studio de La Volta Buona grazie alla presenza di Giampaolo Morelli. Tanto in qualità di attore quanto da regista, il suo contributo artistico e creativo è tra i più apprezzati; eppure, se non fosse stato per quel provino con Carlo Vanzina avrebbe potuto lasciar andare il suo sogno di vivere di recitazione. “A Carlo Vanzina devo tutto, è stato la mia ‘volta buona’. Mi ero trasferito a Roma ed erano diversi anni che facevo provini; ero a 5 esami dalla laurea e mollai perchè volevo fare seriamente questo lavoro ma all’inizio le cose non andavano proprio bene, quasi nessuno mi sceglieva, solo piccole cose… Stavo per mollare, poi feci un provino con lui e mi ritrovai a Londra a fare questo film da protagonista con un cast incredibile”.



Dopo l’introduzione sugli esordi nel mondo del cinema e sul contributo di Carlo Vanzina in qualità di sua ‘volta buona’, Giampaolo Morelli è passato alla sua vita privata parlando del rapporto con i suoi figli e del ruolo da genitore. “Papà in evoluzione? Penso che tutti i genitori si sentano così, dipende dall’età dei figli. Nel momento attuale mi sto riavvicinando, ci sono delle fasi in cui i figli maschi sono più mammoni e il rapporto con il papà inizia a costruirsi un po’ dopo. Ovviamente la base della presenza e dell’affetto c’è, non si vede ma si sente”. L’attore ha poi aggiunto: “Se ogni tanto mi sento in colpa come papà? Capita quando a volte senti un senso di non sopportazione a causa dello stress elevato, le mamme poi ancora di più; a quel punto ti senti un po’ in colpa perchè pensi che debba essere sempre un piacere”.



Giampaolo Morelli e la dislessia: “Un appello ai professori di tutte le scuole…”

Proseguendo su temi personali – sempre a La Volta Buona Giampaolo Morelli è tornato a parlare di dislessia, patologia con la quale convive da sempre e che in tenera età gli ha generato non pochi problemi a causa del giudizio altrui. “Oggi qualche passo avanti è stato fatto, ma non abbastanza; se a scuola si usano dei metodi di insegnamenti che sono quelli comuni è chiaro che ti senti svantaggiato perchè ho il cervello che lavora in maniera diversa”. L’attore ha poi spiegato: “Tutto questo ti mina dentro, ti genera insicurezza e io diventai molto timido; ci vuole poi una vita intera per rimediare. Invito tutti i docenti a fare tanta attenzione, molte persone sono dislessiche e non lo hanno ancora capito”.

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