Ancora importante l’intervento di Giampiero Galeazzi su Maradona ed il suo ricordo: “Ho vissuto Maradona come sportivo ma l’ho frequentato anche fuori dal campo”, ha rivelato in collegamento con Domenica In. “Angelo forse demone, principe o tiranno? So solo una cosa: non doveva morire così solo, come un cane, in un appartamento abbandonato anche dagli amici più cari”, ha aggiunto, smentendo in parte le parole del fratello Hugo che non crederebbe invece all’abbandono del fratello. “Cosa mi ha fatto più male?”, ha proseguito il celebre giornalista sportivo, “La battuta che se fosse rimasto a Napoli non sarebbe morto, non capisco come si possa lasciare un idolo come Maradona solo in un appartamento con il bagno al piano superiore e i servizi igienici che lasciano a desiderare, e poi tutte le diatribe che stanno accadendo con i problemi della famiglia e dei figli legittimi o illegittimi”, ha aggiunto. Quindi ha concluso: “So solo che Diego è un’anima buona, ha sbagliato, ma ha fatto emozionare. Ha fatto piangere anche il pallone, il calcio non è più lo stesso senza di lui, è questa la vera verità che c’è nel messaggio di Maradona”. (Agg. di Emanuela Longo)
“GLI ANNI A NAPOLI CON MARADONA FURONO SUBLIMI…”
Immancabile oggi il ricordo di Giampiero Galeazzi di Diego Armando Maradona e dell’indimenticabile intervista nello spogliatoio di Napoli. “Ho vissuto quegli anni napoletani con Diego in modo veramente sublime, è inutile raccontare la sua bravura ma è stato grande come generosità. Io ringrazio di essere stato vicino a lui…”, ha commentato in collegamento con Mara Venier. Quindi ha raccontato la cosa davvero inedita, quella in cui Galeazzi trascorse un momento nello spogliatoio con Maradona: “L’intuizione fu quella di affidargli il microfono, si dimostrò uno showman e un improvvisatore, non posso dimenticarlo…”. Immagini che hanno fatto sorridere il fratello Hugo: “Lui era così, molto divertente, voleva sempre la squadra che ridesse, che fossero tutti uniti, io ho vissuto tutti e due gli scudetti del Napoli sempre vicino a mio fratello”, ha ammesso. (Agg. Emanuela Longo)
GIAMPIERO GALEAZZI IN COLLEGAMENTO A DOMENICA IN
A Domenica In si ricorda la figura di Diego Armando Maradona. E poteva mancare, nella trasmissione di Mara Venier, un ricordo personale di Giampiero Galeazzi? Il grande giornalista Rai è infatti il perfetto trait d’union fra il Pibe de Oro e la padrona di casa della trasmissione. Oltre ad aver fatto parte per anni del cast di Domenica In e ad essere un amico di lungo corso di Mara Venier, “Bisteccone” ha infatti legato la sua immagine e storia professionale anche alla storica intervista rilasciata dal fuoriclasse argentino al suo microfono il 10 maggio 1987 in occasione del primo scudetto azzurro. Con la complicità del preparatore atletico Carmando, Galeazzi ebbe infatti la geniale idea di nascondersi negli spogliatoi del San Paolo: “Diego era uno spettacolo a livello personale prima ancora che come calciatore. Aveva grande sensibilità ed intelligenza. Quando sono sceso negli spogliatoi ho avuto l’intuizione di dargli il microfono, lui si è trasformato in showman comportandosi come un esperto telecronista. Lì ho capito che l’uomo era superiore“.
GALEAZZI: “L’INTERVISTA CON MARADONA NELLA STORIA DELLA TV”
Come ha spiegato qualche giorno fa a “Il Tempo” lo stesso Giampiero Galeazzi, quell’intervista “pesa moltissimo perché in mezzo a tante partite e telecronache è stato il momento più alto che ho raccontato, mi ha aperto la porta della storia televisiva perché quell’intervista ha fatto il giro del mondo, anche grazie a lui“. Bisteccone ha aggiunto: “Sono colpito negli affetti, perché il nostro rapporto non era solo tra giornalista e calciatore ma quello di due amici. Alla fine delle partite andavamo a mangiare la pizza con Carnevale nei locali storici di Napoli, lui mi prendeva in giro e mi faceva le battute sulle telecronache. “Che cazzo dici Galeazzi? Pure io sono campione del mondo, eh!”“. Il gol più bello di Diego? Nessun dubbio per il giornalista: quello della serpentina contro l’Inghilterra al Mondiale del 1986: “C’ero anche lì ed è stata sicuramente la più importante“.