Giampiero Galeazzi è morto oggi e già sentiamo il vuoto che “Bisteccone” lascia in tutti gli appassionati di sport, perché Galeazzi può essere considerato l’inventore del ruolo del telecronista moderno in Italia, perché la sua carriera è stata caratterizzata da cronache avvincenti quasi quanto gli eventi che raccontava, rendendoli ancora più leggendari. Maestro del giornalismo sportivo sotto vari aspetti, perché oltre ad essere telecronista di canottaggio, canoa e tennis era inviato di grande livello e in particolare nel calcio degli anni Ottanta portava nelle case di tutti gli italiani le voci dei campioni della Serie A di quegli anni. Il canottaggio era il suo sport, tanto da laurearsi per due volte campione italiano, una volta nel singolo nel 1967 e una volta nel doppio nel 1968. Nel frattempo Giampiero Galeazzi si era laureato in statistica e fu assunto dalla Rai come giornalista sportivo, prima in radio: alle Olimpiadi di Monaco 1972 fece la sua prima radiocronaca proprio nel canottaggio, sostituendo un collega.

Su consiglio di Tito Stagno passò in televisione, collaborando alla Domenica Sportiva condotta da Paolo Frajese nel 1976 e curando Mercoledì Sport. Fu subito assegnato alla telecronaca del tennis, raccontando in particolare le partite di Paolo Canè, e naturalmente del canottaggio e della “cugina” canoa, raccontando sei edizioni delle Olimpiadi da Los Angeles 1984 ad Atene 2004, rendendo immortali i trionfi delle leggende di questi sport, su tutti i fratelli Giuseppe e Carmine Abbagnale per il canottaggio, qualche anno dopo Antonio Rossi e Beniamino Bonomi per la canoa. Negli anni Ottanta Giampiero Galeazzi fu anche l’inviato della Domenica Sportiva negli incontri clou del campionato di Serie A, con interviste memorabili come quelle a Diego Armando Maradona. Come disse egli stesso: “Io ho inventato le interviste prepartita, alla discesa dai pullman, e appena finita la gara prendevo i giocatori sotto braccio e li confessavo a bordo campo, prima di tutti”.

GIAMPIERO GALEAZZI, LA CARRIERA DEL MITICO “BISTECCONE”

Tantissimo sport dunque nella carriera di Giampiero Galeazzi, ma dobbiamo ricordare che nel 1986 fu l’inviato della Rai all’incontro fra il leader sovietico Mikhail Gorbaciov e il presidente americano Ronald Reagan a Reykjavik per discutere la riduzione degli arsenali nucleari installati in Europa, per il semplice motivo che si trovava nella capitale dell’Islanda per l’incontro di Coppa dei Campioni fra Valur e Juventus. Dal 1992 per cinque anni condusse le rubriche Cambio di campo, Solo per i Finali e soprattutto 90º minuto, la trasmissione di punta del tardo pomeriggio con tutti i gol della Serie A (non ancora spezzata come ai giorni nostri), nella quale in numerosi sketch mostrò una vena comica che gli diede un ruolo anche nella tv di intrattenimento negli anni a seguire.

Nel 1996 Pippo Baudo lo volle al Festival di Sanremo e nello stesso anno fu la voce di Mr. Swackhammer, l’antagonista principale del film Space Jam. Nella parte finale della sua carriera invece svolse soprattutto il ruolo di opinionista, per 90º minuto ma anche per Notti Mondiali del 2010 e Notti Europee del 2012. Molti giornalisti hanno riconosciuto di essere debitori di Giampiero Galeazzi, mentre il comico Nicola Savino prestò spesso la sua voce per farne la parodia. L’ultima apparizione televisiva risale al 13 gennaio 2019 a Domenica in, oggi tutto il mondo dello sport piange un giornalista che sicuramente ha fatto la storia del racconto di tante discipline. Il suo esempio è stato seguito dai figli Susanna e Gianluca, entrambi giornalisti, ma non è retorico affermare che telecronache come quelle di Bisteccone forse non ci saranno più…