Giampiero Mughini e il racconto choc: “Mi hanno operato alla prostata e…”

Giampiero Mughini ha dovuto fare i conti anni fa con la malattia.  L’incubo per Mughini è iniziato nel 2006, quando gli è stato diagnosticato un tumore alla prostata. Il giornalista solitamente preferisce evitare di parlare della sua vita privata al pubblico, ma in questo particolare caso non è riuscito a trattenersi. La stessa operazione che avrebbe potuto salvargli la vita, infatti, ha finito per cambiarlo per sempre. Mughini ha raccontato Mughini a Ok salute come le tecniche odierne permettano di mantenere la capacità di erezione anche andando a toccare i nervi nel corso dell’operazione. A lui, però, le cose non sono andate così bene. Dal momento in cui ha perso la sua ‘capacità sessuale’, Mughini ha confessato di aver sentito di aver perso la sua identità di uomo. Ironia della sorte, proprio in quel momento il giornalista stava scrivendo un libro sulla rivoluzione del sesso nella società moderna (Sex revolution, pubblicato poi nel 2007). Nonostante tutto, Mughini ha preso la cosa con filosofia: dopotutto, ammette, non ha più “un corteo di spogliarelliste ventenni dietro la porta”.



In un’intervista, Mughini aveva raccontato: “Fa parte del gioco. Del gioco della vita. Continuavo a ripetermi questa frase, nel letto d’ospedale, fra i miei libri, il block notes, gli appunti sparsi sulle lenzuola. Mi avevano appena operato alla prostata e io sapevo che le cose, i rapporti con la mia compagna, sarebbero stati diversi. Ma sapevo anche che il destino va preso per quello che è: ogni giorno è un’opportunità, un regalo che qualcuno ci ha fatto. Io almeno la vedo così. Confesso che per buona parte della mia vita non avevo nemmeno saputo che cosa fosse la prostata. Solo intorno ai 50 anni il mio medico mi aveva consigliato di misurare ogni 12 mesi il Psa, l’antigene prostatico specifico che può segnalare la presenza di un tumore”.



Giampiero Mughini e la diagnosi della malattia: “Non mi sono perso d’animo ma…”

Come ha scoperto Giampiero Mughini di avere una malattia? La notizia della malattia è arrivata come un fulmine a ciel sereno: “La diagnosi era infausta: tumore allo stadio iniziale. L’unica soluzione, secondo il medico, era asportare la prostata. Non ho pensato di consultare un altro specialista, non mi sono scomposto: drammatizzi quando muore tuo padre, se l’amore della vita fugge con l’idraulico, se il tuo libro cui tieni tanto vende otto copie. Per il resto, non c’è da perdersi d’animo”.



Giampiero Mughini ha poi svelato un retroscena sul ricovero prima dell’operazione: “La sera prima del ricovero, per distrarmi, sono andato a vedere Volvér, il film di Almodóvar, ma avevo la testa altrove. Poi una cena a lume di candela con la mia compagna. Sono entrato in ospedale di lunedì, l’intervento dopo i controlli di rito. Avrei preferito essere sul lungomare con Kate Moss, invece mi aspettava il tavolo operatorio. Quattro ore dopo era tutto finito. L’operazione in sé è stata una passeggiata: ho cominciato subito a fare battute, mi sono ripreso in fretta. La domenica successiva sono stato dimesso e mi sono rituffato nelle mie giornate di sempre, ci tenevo a rimettermi in carreggiata”.