Gian Carlo Caselli, magistrato e saggista, è intervenuto nel corso della puntata di “In Onda” trasmessa su La 7 nella serata di ieri, sabato 31 luglio 2021, per parlare della Riforma Cartabia, che lui stesso ha definito un cantiere in corso d’opera, il cui cammino complessivo, dopo l’approvazione della Camera la prossima settimana, è ancora lunghissimo. Tuttavia, Caselli non ha compreso la fretta alla base di questa riforma: “Quello che davvero interessa all’Europa è il processo civile, ma prima si è pensato di riformare il processo penale, che comporta un’infinità di cose: perché? Inoltre, se non completamente, in maniera massiccia l’attenzione si è concentrata sul solo punto della prescrizione”.
Caselli ha poi evidenziato che il CSM, la rappresentanza più alta della magistratura italiana, ha espresso un parere totalmente negativo nei confronti di questa riforma, anche se il presidente della Repubblica è poi intervenuto per fermare quest’azione: “Il Capo dello Stato è intervenuto quando il parere del CSM riguardava solo il parere della prescrizione”, ha puntualizzato Caselli, ribadendo che l’Ue non ha mai chiesto una riforma della prescrizione, anzi: “Si è espressa più volte favorevolmente nei confronti della novità Bonafede”.
GIAN CARLO CASELLI: “RIFORMA CARTABIA TROPPO TIMIDA”
Secondo Gian Carlo Caselli, la Riforma Cartabia è anche permeata da dinamiche di carattere elettorale, anche se l’intento dichiarato è quello di rendere più celere ed efficiente il sistema giuridico italiano. Le strade da percorrere, a suo modo di vedere, sono tre: ridurre il carico degli uffici giudiziari, il numero dei processi che vanno a dibattimento e le impugnazioni. Tuttavia, su queste tematiche “gli interventi sono molto timidi da parte della Riforma. Addirittura, alcune proposte buone, innovative, della Commissione Lattanzi, sono state ignorate. Un esempio? Si proponeva un’archiviazione meritata: se un individuo subisce un processo e si merita una specie di perdono, riparando il danno che ha cagionato alla comunità, ecco che spunta l’archiviazione. Peccato sia sparita”.
Sollecitato ancora sulle motivazioni alla base della Riforma, Caselli ha detto di non voler fare il processo alle intenzioni, ma di prendere atto del fatto che per lunghissimi anni, “quelli del Berlusconismo“, il principio cardine riferito ai problemi della giustizia è stato quello di “privilegiare la tutela di certi interessi, con un’inefficienza efficiente della giustizia”. Per ciò che concerne le tempistiche processuali, “il cronometro non può inoculare un virus nel processo e non si possono deciderne in anticipo i tempi”.