Giancarlo Giannini, attore e regista teatrale che tutt’oggi rappresenta uno dei volti del cinema italiano più noti all’estero, sarà questa sera in un certo senso protagonista dell’ospitata di Lina Wertmüller su Rai 2 nel salotto tv di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”: il 77enne originario di La Spezia infatti ha dato vita in passato a uno dei più fortunati sodalizi della nostra cinematografia proprio con la 91enne regista romana, fresca di Oscar alla carriera, nonché per un rapporto molto forte che lo lega a lei. Un film indimenticabile in cui Giannini ha recitato per la Wertmüller è stato quel “Pasqualino settebellezze” che non solo ebbe ben quattro nomination all’epoca agli Academy Awards ma di recente è stato oggetto di un meticoloso restauro e che l’ha visto riproposto in una veste nuova al pubblico di Cannes. Tuttavia prima di questo successo i due hanno lavorato assieme pure in “Mimì metallurgico ferito nell’onore” ed è proseguito con un’altra pellicola che nel corso degli anni è diventata un cult vale a dire “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” anche se l’inizio della loro collaborazione risale a metà degli Anni Settanta con il ‘musicarello’ intitolato “Rita la zanzara” con Rita Pavone a cui farà seguito “Non stuzzicate la zanzara”, per un sodalizio proseguito poi fino al 1978 col film dal chilometrico titolo “Fato di sangue tra due uomini…”.
GIANCARLO GIANNINI, “MI HA CREATO LINA WERTMULLER”
Ad ogni modo è interessante quello che Giancarlo Giannini ha detto di recente di Lina Wertmüller, indicandola come la principale artefice del suo successo e spiegando senza troppi giri di parole che è stata di fatto la regista capitolina a crearlo. “Lei per me è stata tutto, mi ha creato: se non ci fosse stata oggi non sarei qui e non avrei fatto questa carriera” ha spiegato l’attore all’Huffington Post, svelando poi quale è stato il segreto della loro proficua collaborazione. “Lei è sempre riuscita a trasformare ogni idea in un grande divertimento e per me è stato sempre un piacere lavorarci assieme” ha continuato Giannini, accennando pure al fatto che erano soliti confrontarsi su qualunque argomento al di là dell’ambiente del set, dove lui ha partecipato ad alcuni film che sono entrati di diritto nel pantheon della cinematografia italiana dello scorso secolo. Parole al miele che però a suo tempo la Wertmüller aveva smentito… in anticipo, sostenendo che la carriera di Giannini era solo ed esclusivamente merito suo e che “se uno è bravo e ha successo lo deve solo a se stesso”.
IL RAPPORTO CON LA POESIA, “E’ COME UN PIATTO DI SPAGHETTI…”
Al di là del suo rapporto con la regista premiata con l’Oscar alla carriera, di recente Giancarlo Giannini è stato protagonista di un importante appuntamento al Teatro Petruzzelli in quel di Bari dove il 77enne attore ha partecipato a “Le parole note”, un duetto con il Marco Zurzolo Quartet e in cui ha anche parlato di poesia. “Il verso, nella sua forma breve e densa, va cucinato bene: la poesia è come un piatto di spaghetti e rispetto ai post sui social o ai tweet appare oggi improvvisamente moderno. Intervistato da “La Repubblica” a margine dello spettacolo barese, Giannini ha pure spiegato quale sarebbe secondo lui la funzione della poesia ai giorni nostri: “Per me è la rappresentazione della bellezza: la poesia andrebbe insegnata a scuola come si fa con l’analisi logica, mentre oggi non facciamo altro che complicarci la vita invece di cercare le cose semplici” ha detto l’attore che poi, ripensando al fatto che Omero, Dante e Shakespeare potrebbero anche non essere esistiti, ha concluso con un “e chissenefrega come diceva Borges, noi abbiamo questa straordinaria materia quindi godiamo del fatto che esista e basta”.