«Ci sono degli investimenti speculativi a breve termine e investimenti più sicuri a lungo termine, che forse apparentemente rendono di meno. Credo che la scelta di entrare nel governo Draghi appartenga a questa seconda dimensione. Ci vuole magari un po’ di tempo, ma produrrà frutto»: così Giancarlo Giorgetti ai microfoni di Mezz’ora in più sull’ingresso della Lega nel governo Draghi.
In visita negli Usa, Giancarlo Giorgetti si è soffermato sul pericolo Cina per il Patto atlantico: «A livello globale bisogna ripensare al funzionamento delle regole dell’organizzazione mondiale del commercio: il suo funzionamento ha permesso forme di concorrenza non leali. Dopo quello che è successo con la pandemia e il riequilibrio delle catene di fornitura dei mercati, è il momento di fare un ragionamento e anche l’amministrazione Usa può condividere». Il titolare del Mise poi sulla lealtà all’alleanza richiesta dal presidente americano: «Biden chiede lealtà e l’Italia lo sta dimostrando con un’attenzione specifica ai dossier strategici, con provvedimenti anche di golden power di sicuro impatto. L’attenzione è massima, credo che Draghi abbia dato una chiara indicazione di quello che è la postura a livello internazionale del nostro Paese».
Giancarlo Giorgetti: “Nucleare non sia tabù”
Nel corso del suo intervento a Mezz’ora in più, Giancarlo Giorgetti ha analizzato il dossier migrazioni: «Il governo italiano su temi divisivi non potrà prendere decisioni, questo è un governo nato in un determinato momento storico per dare determinati tipi di risposte. Saranno i cittadini, quando torneranno al voto, a decidere che opzione assumere. Il tema delle migrazioni è epocale, ma è anche vero che probabilmente il lassismo non esiste neanche qui. Con intelligenza e con fermezza vanno gestiti questi processi».
L’energia occupa un ruolo centrale nel dibattito internazionale, Giancarlo Giorgetti ha invitato a una riflessione sul nucleare: «Io credo che non deve essere un tabù. Osservando l’andamento dei prezzi dell’energia, se accettiamo di rinunciare ad alcune fonti fossili, dobbiamo anche chiederci come questa energia la produciamo a prezzi ragionevoli e compatibili per tutti. A livello scientifico, l’argomento deve essere sdoganato, il tema si pone. Negli incontri che ho avuto con gli esperti strategici, il tema è posto al primo posto: credo che una riflessione vada fatta».