Momenti di vero terrore quelli vissuti dal noto petroliere Giancarlo Miotto e dalla moglie, tenuti in ostaggio nella loro villa, da una banda di ladri. Fortunatamente i due se la sono cavati “solo” con tanto spavento, ma le loro casse sono state derubate di ben un milione di euro, questo infatti il bottino che i topi d’appartamento si sono assicurati. Come scrive il Corriere della Sera la rapina si è verificata nella serata di domenica quando un commando composto da quattro rapinatori, di cui due armati, si sono recati presso la residenza di Giancarlo Miotto sita in quel di Marocco di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso. All’interno, lo stesso milionario 79enne e la moglie Irina, di anni 51, oltre alla figlia di sette, la tata e la colf. In tutto il gruppo è rimasto in ostaggio per circa 40 minuti, durante i quali i quattro malviventi hanno fatto razzia di tutto ciò che potevano portare via fra gioielli, denaro e orologi di pregio.
La banda ha fatto irruzione nella villa attorno alle ore 19:00 di domenica, passando da una porta finestra che si trova in cucina; dopo di che hanno riunito gli ostaggi in salotto, chiedendo loro di consegnare i telefoni, e sono passati quindi all’azione. «Uno di loro mi ha detto “Stia calmo, questa è una rapina e noi siamo dei rapinatori” — le parole dello stesso Giancarlo Miotto al Corriere della Sera – non si muova che noi siamo gente anche buona, ma anche no”: così mi ha detto, dandomi del lei. Poi i due dietro hanno alzato le mani mostrando le pistole».
GIANCARLO MIOTTO, RAPINA IN VILLA: “HANNO MINACCIATO MIA MOGLIE”
Dopo di che due banditi hanno costretto la moglie dell’imprenditore, minacciata con una pistola, ad indicare le casseforti: «Ne hanno aperta una in camera di mia moglie — spiega ancora l’imprenditore — Quello che l’ha accompagnata le ha detto “leva l’allarme o ti sparo”. Avevano modi violenti. Poi ha dovuto aprire anche il caveau ma quando sono entrati è scattato l’allarme generale».
Poi il petroliere ha aggiunto: «Pensavano avessimo più casseforti avevano questo input. Sentivo che uno di loro parlava al telefono con qualcuno come seguisse delle indicazioni». Secondo quanto raccontato dai testimoni, il gruppo aveva un accento dell’est Europa, forse dell’Albania, e durante la rapina un Chihuahua è scappato di casa forse dalla paura e non è stato più ritrovato.