É grande la rabbia di imprenditori e ristoratori. Le manifestazioni degli ultimi giorni hanno confermato la necessità di un ritorno alla normalità il più presto possibile per le categorie sopra citate, le più colpite dall’emergenza economica causata dalla pandemia, e Giancarlo Nocioni non usa mezzi termini. L’imprenditore ha alberghi a Roma, Firenze e Forte dei Marmi, senza dimenticare i ristoranti, e ai microfoni di Quarta Repubblica ha raccontato le sue difficoltà: «Eravamo un’azienda sana, ora siamo in seria difficoltà. Lottiamo con i debiti che abbiamo con le banche… Io ho tutto chiuso».



«Io ho preso 476 mila euro di ristori, ma ho avuto un calo di fatturato di 10 milioni di euro: io pago 1 milione 150 mila euro di affitto dei due alberghi che ho, pago 350 mila euro di utenze tra gas, energia e acqua, pago 70 mila euro di Tari non avendo prodotto rifiuti», ha spiegato Giancarlo Nocioni: «Alcuni ristori non mi sono arrivati: dei 476 mila euro, 12 mila euro di ristorante e 16 mila euro di un albergo non mi sono arrivati». E i prestiti offerti dallo Stato non sono stati di grande aiuto: «Grazie al Cura Italia abbiamo preso 2 milioni di euro, ma subentra un altro problema: questi soldi sono stati spesi per pagare i costi fissi. Io non ho ricavi e quindi sono finiti: questo prestito è un ulteriore costo».



GIANCARLO NOCIONI: “SIAMO TUTTI DISPERATI”

«Sono tutti disperati, siamo tutti disperati: è un bagno di sangue. Il turismo dà il 16% del Pil, se muore quel 16% dove lo andate a prendere? Scompare! Divento pazzo»

, la rabbia di Giancarlo Nocioni nella lunga intervista a Quarta Repubblica: «Io in 54 anni di vita non sono mai stato in piazza, ma questa volta sono andato: c’è disperazione. I miei dipendenti sono figli per me e ora sono rovinati: con 400 euro di cassa integrazione come fanno?». E l’imprenditore ha messo nel mirino il governo: «Se uno ha un figlio e non sa che dargli da mangiare, come deve fare? Se lo Stato non interviene, questi fanno i matti: di fronte alla fame, questi giocano con i colori delle zone. Qui la gente sta morendo di fame, le aziende falliscono e questi giocano con i colori. I 280 milioni del Recovery Fund vanno messi nelle imprese». Clicca qui per il video.