È di Gianfranco Bonzi il cadavere ritrovato lo scorso 22 giugno nel fiume Adda, nei pressi della cascina Le Gerre, a Crotta d’Adda, in un punto raggiungibile soltanto attraverso l’acqua poiché privo di strada. L’amara scoperta, come ricostruito dal Corriere della Sera, era stata fatta da alcuni pescatori della zona, che avevano prontamente avvisato le autorità competenti, le quali avevano ordinato le procedure di recupero e i necessari esami. Quello del Dna in queste ore ha permesso di risalire all’identità dell’uomo.
A confermare che non ci sono più speranze di ritrovare in vita Gianfranco, il cinquantanovenne scomparso oltre quattro mesi fa da Milano, è stato il figlio Luca Bonzi, che ha dato il drammatico annuncio sul suo profilo Facebook. “Lo scrivo per informare solamente tutti i familiari o amici di mio padre qui presenti o comunque tutti gli interessati. Non ho altre parole sinceramente. Mio padre è stato trovato senza vita sulle rive dell’Adda, quello che aveva detto alla fine ha fatto. Mi sento sereno e distrutto allo stesso tempo. Riposa in pace papà. Non importa cosa hai fatto, ti ameremo tutti per sempre. Non soffrire più e ti prego guardami ora più che mai”.
Gianfranco Bonzi e l’ipotesi del suicidio
Dagli esami effettuati sul cadavere di Gianfranco Bonzi e dalle parole del figlio Luca emerge che l’ipotesi più acclarata sia dagli inquirenti che dai familiari del cinquantanovenne è che quest’ultimo si sia suicidato. Era stato lui stesso, d’altronde, a manifestare l’intenzione di farlo in un misterioso post pubblicato in un gruppo Facebook che frequentava: “Questo è il mio ultimo post che pubblico e anche una delle ultime azioni della mia vita. La causa una delusione amorosa che non sono riuscito a reggere”, questa la terribile anticipazione che aveva scritto.
Il motivo del drammatico gesto di Gianfranco Bonzi sembrerebbe stata una truffa amorosa. L’uomo infatti era stato adescato da una donna che, spacciandosi per la cantante Dua Lipa, gli aveva sottratto somme di denaro non di poco conto. Non appena i suoi conoscenti lo avevano scoperto, lo avevano avvisato di quanto questa ingenuità potesse costargli cara. È possibile che, travolto dalla vergogna, abbia deciso di togliersi la vita. Non è ancora chiara, tuttavia, la data della morte né dove sia andato il 23 marzo, quando le telecamere di sorveglianza lo avevano immortalato mentre usciva di casa con un trolley azzurro, ma senza documenti e portafogli. Il caso non è ancora chiuso, anche perché gli inquirenti vogliono risalire all’identità che si celava dietro il profilo falso di cui è rimasto vittima Gianfranco Bonzi.