Il regista Gianfranco Rosi, che ha realizzato il film documentario su Papa Francesco dal titolo “In viaggio“, ha parlato del suo rapporto con il Pontefice nel corso di una intervista a La Croix. “Io non sono cattolico, ma neanche ateo. La mia vita è sempre stata guidata da una spiritualità interiore. Sono costantemente alla ricerca di una guida e, forse, con Bergoglio ho trovato una guida spirituale, nel senso forte del termine”, ha ammesso.



Il pluripremiato documentarista eritreo ha rivelato di avere incontrato il Papa in diverse occasioni. La prima nel 2016, quando ha realizzato “Fuocoammare”, con cui ha vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino. “I nostri destini si sono incrociati a Lampedusa”. Francesco era nell’isola per visitare i migranti, mentre il regista stava realizzando il suo film sul medesimo tema. La seconda, qualche anno dopo, mentre produceva “Notturno”, viaggiando ai confini della Siria, del Libano, del Kurdistan e dell’Iraq. In quest’ultimo Paese, nella primavera del 2020, si diresse anche il Pontefice.



Gianfranco Rosi, il regista che racconta Papa Francesco: gli incontri nel mondo

Gianfranco Rosi, il regista di “In viaggio”, racconta Papa Francesco proprio come uno “straordinario viaggiatore”, che non compie mai i suoi itinerari per “proselitismo”. È anche per questo motivo che ha deciso di realizzare un documentario “senza teologia né ideologia”. Per fare ciò si è servito dei suoi incontri, ma anche dei numerosi filmati tratti dall’archivio del Vaticano. “Ho fatto un film senza confini su un Pontefice senza confini”, ha ammesso.

Del modo di fare di Bergoglio, a colpirlo, sono soprattutto i numerosi silenzi. “È un uomo che osserva e ascolta. Quando affronta una folla, sembra guardare tutti i presenti. E quando ti saluta, hai l’impressione che veda solo te. Ha un’enorme capacità di essere presente. Cambia la vita delle persone che lo incontrano. Anche se non ferma le guerre né risolve le crisi. È per questo emerge da lui una forma di solitudine”, ha concluso. “Fondamentalmente, volevo rendere omaggio a un uomo che sta cercando di cambiare qualcosa”.