Dalla Democrazia cristiana di ieri (e di oggi) alla corsa Quirinale, Gianfranco Rotondi senza filtri nella lunga intervista rilasciata ai microfoni de Il Dubbio. «Il punto oggi non è rifare la Dc ma quale partito può prenderne il ruolo», ha esordito il parlamentare, ricordando quando – all’epoca della crisi del Conte bis – chiese all’attuale leader M5s di diventare il leader della nuova Dc…



«La possibilità non c’è più perché il M5S è la negazione della politica come la intendeva la Dc. L’attimo è ormai passato. Continuo a stimare Conte, che è un democratico cristiano di sinistra. Se si fosse messo alla testa di un governo con i centristi come io avevo in mente, cosa peraltro che sui democristiani fa sempre un suo effetto di persuasione, sarebbe diventato leader di una Dc moderna e lontana da naftaline, polveri e nostalgie», l’analisi di Gianfranco Rotondi, che poi ha definito Enrico Letta come migliore dei democristiani in campo oggi…



GIANFRANCO ROTONDI SULLA CORSA AL QUIRINALE

Nel corso della lunga intervista rilasciata a Il Dubbio, Gianfranco Rotondi si è soffermato sulla corsa al Quirinale e ha confermato che l’ipotesi Silvio Berlusconi è tutt’altro che irrealistica: «Berlusconi ha dei voti nel M5S, nel Pd e persino in Leu […] Draghi? Penso che una delle grandi lezioni del metodo democristiano è che non bisogna mai esaminare le subordinate fino a che è in campo la principale. Cioè eleggere Berlusconi dalla quarta votazione». Gianfranco Rotondi ha poi ricordato un retroscena legato all’elezione di Mattarella: «Posso dirle che votai per Mattarella nonostante Forza Italia non sostenesse l’attuale presidente della Repubblica. Lo votai perché lo conoscevo e lo stimavo e in secondo luogo perché me lo chiese per cortesia Denis Verdini la notte prima del voto. Berlusconi allora chiamò Mattarella e gli disse che tanti dei suoi avevano votato per lui. E che in fondo gli faceva piacere».